Traffico di bambini. Una pratica infame che, a giudicare da due recenti casi di cronaca, coinvolge le società ricche come quelle povere. Il primo è stato scoperto a Palermo città che, secondo le accuse, sarebbe la base di un’organizzazione criminale internazionale dedita alla organizzazione di ‘recuperi’ di minori contesi tra genitori di Paesi diversi, con la pianificazione, organizzazione ed esecuzione di veri e propri sequestri di persona. Sette gli arrestati, tra le persone coinvolte anche Larysa Moskalenko, 50enne velista ucraina bronzo per l’Urss alle Olimpiadi del 1988. I sequestri accertati sarebbero quattro di cui uno tentato. Ogni piccolo fruttava all’associazione per delinquere circa 200mila euro. La tratta dei bambini avveniva tra Tunisia, Marocco, Egitto, Cipro, passando per Ucraina, Russia e Norvegia. Coinvolta anche una società norvegese la quale però smentisce categoricamente: “Non siamo un’agenzia di traffico di bambini. Siamo una società di professionisti per la sicurezza dei minori”.
Il secondo invece riguarda l’ormai noto caso della piccola Maria, la piccola nomade bulgara data dai propri genitori ad un’altra famiglia greca di zingari che l’aveva denunciata come figlia loro. Alla fine le indagini hanno appurato che la bimba bionda non è stata rapita ma la vicenda non è meno squallida: l’infanzia di Maria è segnata per sempre. Inoltre la piccola non potrà neanche tornare dai genitori biologici che dopo averla venduta – in effetti il fortissimo sospetto degli inquirenti è questo – adesso neanche la rivogliono indietro. Infatti, come ha dichiarato una portavoce dell’Agenzia bulgara per la tutela dei minori, i due “hanno respinto ogni collaborazione con le autorità”. Così verrà affidata ad un’altra famiglia bulgara che, si spera, le darà quell’amore e quelle attenzioni che finora la sono mancate.
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