Un foglio di carta e un astuccio di matite. Una bambolina. O, magari, uno smartphone con il quale scorrere le foto. Insomma, le cose da far fare a una bambina, mentre si prende un aperitivo al bar e si fa chiacchiera con un’amica, sono diverse. Salvo fare i conti con il fatto che con uno scricciolo di tre anni al seguito, le chiacchiere non sono più quelle di una volta.

Ma una mamma di Milano, in vacanza a Santa Margherita, in Liguria, si è fatta venire un’altra idea: scrivere su un foglietto ‘aiutatemi, sono stata abbandonata’, dare alla piccola un bicchiere di plastica in mano e mandarla a chiedere l’elemosina mentre lei, seduta comoda al bar con un’amica, se la rideva, aperitivo in mano.

La polizia municipale è intervenuta subito, avvertita da un passante, e si è avvicinata alla piccola con cautela per non spaventarla. Salvo rendersi conto che la mamma era lì, a due passi dalla bambina che aveva già degli spiccioli nel bicchiere. La donna si è subito giustificata, spiegando che si trattava di un gioco e che quei soldi glieli aveva dati  lei. Ma i vigili non ne hanno voluto sapere della spiegazione e hanno chiamato i carabinieri. La donna si è beccata una denuncia per sfruttamento di minori in accattonaggio e una segnalazione alla Procura dei minori che dovrà ora fare tutti gli accertamenti.

Il caso lascia piuttosto perplessi, e per diversi motivi. A parte il cattivo gusto di scegliere un gioco che per molti bambini è costrizione a ritmi di vita dove di gioco non c’è neanche l’ombra, che cosa credeva di insegnare alla bambina questa mamma? Nessuno le ha mai raccontato che le norme per punire chi manda i bambini a chiedere elemosina sono diventate più severe? Abbiamo tante cose da insegnare ai nostri figli e in molti casi non ci ascolteranno. Non riusciremo a inculcargliele tutte. Vale proprio la pena iniziare con un reato?