“Se siete stranieri temporaneamente presenti in Italia e non in regola con le norme relative all´ingresso e al soggiorno vi verrà rilasciato un apposito tesserino sanitario (STP) che serve per avere assicurate determinate prestazioni sanitarie come la tutela della salute dei minori”: mentre il Lombardia viene negata l’assistenza sanitaria pediatrica ai figli degli stranieri irregolari, nelle altre Regioni come l’Emilia-Romagna funziona esattamente al contrario.

La Società Italiana di Pediatria (SIP) si è espressa in questi giorni in merito alla decisione della Lombardia dicendo che “negare il pediatra di libera scelta ai bambini immigrati irregolari costituisce una decisione in contrasto con le principali norme nazionali e internazionali a tutela della salute del bambino e che rischia di avere anche ricadute negative in termini di efficienza sanitaria”.
Del resto la Società Italiana di Pediatria e la Società Italiana di Medicina delle Migrazioni avevano elaborato nel 2011, con il contributo del Gruppo di lavoro nazionale per il bambino migrante della SIP, un documento congiunto che contiene una serie di misure volte a garantire il pieno diritto alla salute fisica, psichica e sociale di tutti i minori stranieri presenti sul territorio italiano, e in particolare dei minori irregolari che non godono di adeguata protezione.
Tra i punti-chiave del documento c’è l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale di tutti i minori stranieri presenti in Italia, indipendentemente dallo status dei genitori; il prolungamento del permesso di soggiorno per gravidanza a 12 mesi (dagli attuali 6) con la possibilità di trasformarlo in permesso per lavoro; permessi di soggiorno a lungo termine per le famiglie con bambini in età scolare e possibilità di completare gli studi, almeno fino al compimento del 14esimo anno di età, per coloro che hanno già cominciato un percorso di studio in Italia, anche se in condizione di irregolarità giuridica; accesso alle scuole per i figli degli immigrati privi di permesso di soggiorno anche al di fuori della scuola dell’obbligo; parità di trattamento nel ricevere provvidenze economiche a tutela della donna, della maternità e del bambino tra italiani e stranieri con permesso di soggiorno in regola.
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