“Mamma, la piadina non s’impasta così”: grandi e piccoli insieme alla Scuola di cucina di Casa Artusi

Ad impastare la piadina s’impara da piccoli (foto di Pierluigi Baldelli)
Ogni bambino ha la sua postazione (foto di Pierluigi Baldelli)

Cucinare insieme – con la mamma, lo zio, il papà o la nonna – fa bene alla relazione tra bambino e adulto ed educa al gusto. Il classico “non piace, non lo mangio” diventa in automatico “è buonissimo”. A Casa Artusi – il centro dedicato alla cultura gastronomica domestica a Forlimpopoli – sono dinamiche che conoscono benissimo. Parola di Susy Patrito Silva, direttrice del più riuscito omaggio al padre della cucina italiana. Quale migliore occasione della Festa Artusiana – che termina il 30 giugno – per parlare di bambini, tavola, ricette e manualità.
Insieme alle scuole del territorio Casa Artusi da tempo lavora sull’educazione al gusto. In che modo?
“Dalla materna in su proponiamo percorsi dedicati a diversi temi, come il pane e la pasta fresca, e inseriamo una visita guidata a Casa Artusi con un laboratorio pratico nella nostra scuola di cucina. Abbiamo anche un percorso sulla frutta e verdura di stagione, con un agronomo abituato a lavorare con i bambini”.
E con i genitori, o gli adulti in generale?
“Il primo fine settimana di settembre, durante i Piadina Days, facciamo una proposta uno più uno, un adulto e un bambino insieme. Ognuno ha la sua postazione di lavoro, di modo che il bambino non si senta l’aiutante del grande ma protagonista: è bello vedere come i bambini prendano un ingrediente alla volta con le dita – la farina, lo strutto – e si emozionino a vedere crescere l’impasto sotto le loro mani”.
Che reazioni ci sono, da parte dei piccoli?
“Molti correggono gli adulti: ‘No, non si fa così’. Altri, che magari snobbano la ricotta preparata con l’acqua delle terme della Fratta che proponiamo con la piadina, vengono sorpresi a mangiarla. Fare qualcosa insieme, farla con le proprie mani ne aumenta il gusto. Questa è educazione”.
Gli adulti che si iscrivono sono appassionati di cucina o anche profani?
“Abbiamo sempre notato che chi partecipa, un minimo di sensibilità ce l’ha”.
Quelle esperienze continuano anche a casa?
“Sì, anche perché le nostre non sono lezioni in cui si cala dall’alto una ricetta. Sono esperienze, i piatti vengono raccontati, non codificati, per trasmettere il valore di preparare da mangiare a casa”.
Lo esportate anche fuori confine, il vostro approccio ai bambini?
“Sì, ogni anno a Eataly a Roma, oltre ai corsi di cucina per adulti, facciamo una proposta per adulti e bambini insieme nella quale si preparano per esempio gli strozzapreti”.
Quale filosofia c’è, dietro tutto?
“L’insegnamento di Massimo Montanari, che è presidente del nostro comitato scientifico: il gusto non è un organo, il gusto va educato”.

Per maggiori informazioni su Casa Artusi consulta il sito
Per il programma della Festa Artusiana clicca qui

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