Bimbo autistico: il prete non lo accetta al catechismo per la prima comunione

Perché un bambino autistico non dovrebbe fare la prima comunione? Chiedetelo all’ex parroco di San Luigi Gonzaga, a Napoli, tale don Vincenzo Tritto. Lui, dall’alto del suo abito talare ha rimandato indietro mamma Elda, tre figli di cui uno autistico, dicendole che no, tanto meglio se suo figlio il catechismo e la prima comunione li facesse presso una parrocchia adatta a bambini con disabilità. Con buona pace della riabilitazione, dell’inclusione sociale e delle carezze che ti aspetteresti da un prete nei confronti di un bambino con bisogni speciali. 

La notizia, rimbalzata su tutti i giornali e raccontata, con dovizia di particolari dal quotidiano Il Mattino, lascia tra il perplesso e l’incazzato. E non solo mamma Elda che, oltre a piangerci per giorni non se l’è tenuta e ha fatto sentire tutta la sua rabbia, ma anche noi genitori che pensiamo (anzi, speriamo) di vivere in una società che ogni tanto qualche segnale di civiltà lo lancia, salvo poi lasciarci spiazzati.

Il bimbo, che ora dovrà iscriversi a un’altra parrocchia e ricominciare tutto daccapo, avrebbe desiderato, ha rimarcato la mamma, moltissimo fare la prima comunione con i suoi compagni di classe.

Dopo don Vincenzo, a quanto pare, nessuno di quella parrocchia si sarebbe preso la briga di accogliere la domanda di mamma Elda che di porte, assicura, ne ha girate tante ma nessuno le ha mai aperto.

Ad accogliere il piccolo, a braccia aperte, ci ha pensato don Carlo Ballicu della parrocchia Santa Maria della Consolazione a Villanova. E meno male che i preti non sono tutti uguali.

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