Disabilità: che impresa far decollare i progetti. Dopo di Noi ci prova cucinando


L’appoggio alle famiglie con figli disabili non è qualcosa che s’improvvisa. Ci vogliono volontà e finanziamenti. La fondazione Dopo di Noi, che da anni sostiene i ragazzi in cerca di autonomia, sarà questa sera al Teatro Socjale di Piangipane per raccogliere fondi a favore della propria attività. Il Teatro propone una cena molto particolare, realizzata da personaggi pubblici ravennati, coordinati dal proprio responsabile di cucina. La cena sarà costellata di performance dell’attore Sergio Diotti della compagnia teatrale Arrivano dal Mare predisposte per l’occasione. Ai fornelli si cimenteranno Elio Gasperoni, Josefa Idem, Carlo Pezzi, Valeriano Solaroli e Nevio Ronconi con la supervisione di Ugolino. Angelo Antonellini, presidente della Fondazione, ne approfitta per fare il punto sui progetti, che in molti casi stentano a decollare.
Presidente, su cosa si concentra al momento il vostro lavoro?
“Dall’aprile del 2008, a Torri di Mezzano, abbiamo una residenza per disabili con quindici posti letto, di cui dodici occupati. La gestione è in mano alla cooperativa San Vitale, noi stiamo sopportando il grosso delle spese servite per la ristrutturazione”.
Sulla disabilità state progettando altre iniziative?
“Vorremmo lanciare un progetto per inserire i disabili nelle aziende agricole del territorio. Ma è un’impresa difficilissima: in assenza di una legge vincolante per le imprese, è dura trovare la disponibilità. Anche perché alcuni casi che seguiamo sono molto impegnativi. Un esempio? Tre pazienti sono autistici, hanno bisogno di un’assistenza quasi 24 ore su 24”.
Le famiglie che seguite sono sgravate di un grosso peso?
“Sì, sia per la gestione dei loro figli che per il pagamento della retta, alla quale contribuiscono gli enti pubblici. Non solo: io sono un medico e ho insistito affinché nella residenza venga usato il minor numero possibile di farmaci. Troppo facile sedare le persone. Bisogna fare un altro tipo di lavoro. Ed è quello che sta avvenendo”.
In presenza di tagli al Fondo per la non autosufficienza, chi vi dà l’energia per continuare a operare nel sociale?
“Questo territorio è ricco di energie, questo ci spinge a credere in una possibilità di andare avanti. Pochi sanno, per esempio, che esistono due leggi, una nazionale e una regionale, che prevedono amministratori di sostegno per persone considerate incapaci di intendere e volere. A Lugo, Faenza e Ravenna negli anni scorsi abbiamo fatto un’operazione molto rilevante, facendo formando dei volontari che seguissero persone in grave difficoltà. Ma quel progetto, per ora, è concluso”.

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