Che cosa valgono celebrità e quattrini quando hai perso il tuo ‘bambino’? Lei preferirebbe avere il suo Marco ancora vivo e tornare ad essere semplicemente Tonina Belletti, quella del chiosco di piadine. Invitare l’adorato figlio a pranzo per celebrarne il compleanno assieme a tutta la famiglia compreso, chissà, qualche nipotino. Fare festa e parlare del più e del meno. Soprattutto del meno: di questa maledetta crisi che fa sempre più paura, del ciclismo che non dà più emozioni come una volta e del mare d’inverno che soprattutto a Cesenatico, come scriveva Enrico Ruggeri, “è un concetto che il pensiero non considera”. Una vita normale, insomma. Una rosa con non poche spine.
E invece da quando si è punta, la ferita non si è più rimarginata. Lei è e resterà per sempre e per tutti “Mamma Tonina”, la donna che da quasi dieci anni si macera per la morte del campione che l’Italia ha prima adorato e poi accusato ed infine pianto con lacrime di coccodrillo: Marco Pantani. Oggi, 13 gennaio 2013, che il ciclista di Cesenatico avrebbe compiuto 43 anni la sua tragedia si rinnova nel cuore di una madre che non si stancherà di chiedere giustizia: i – non pochi – punti controversi dell’inchiesta sulla morte hanno riempito di dubbi la famiglia, certe ipocrisie dei media e dell’ambiente del ciclismo hanno lasciato un’amarezza pari solo ai trionfi del Giro d’Italia e del Tour de France. Se agli sportivi manca tanto il Pirata, a Tonina Belletti manca un figlio.