Vestirla? Scontrarsi con fissazioni da paranoica

Femmina, 4 anni. Non credevo che vestirla potesse diventare un incubo. E invece sì. State pensando alla vanità tipica di quell’età? Niente affatto. La pargola ha eliminato da tempo gonne, calze, scarpe che possano far pensare anche alla lontana ad un piede femminile, camiciette, cappottini. E che male c’è? Ho sempre battuto gli stereotipi e mi ritrovo una figlia che vuol fare il maschiaccio.
Infatti il punto è un altro. La bambina tomboy (io ho iniziato a chiamarla Scout, come la mitica de ‘Il buio oltre la siepe’) ha delle fissazioni da paranoica.
Fissa numero 1: vuole solo ed esclusivamente scarpe da ginnastica. Anzi, fino a qualche tempo fa ne voleva solo un paio, bianco e blu. Quando al suo parco mezzi ho osato aggiungere un modello sul viola, si è opposta. Ma chi la dura, la vince. E abbiamo pattuito, su sua indicazione a dire il vero, che la regola è: due giorni quelle blu, due quelle viola. Non ho capito il vantaggio che questo scadenziario le porta ma ho accettato con grande gioia. Il problema si è presentato quando è arrivata la neve: sono andata con lei in un grande magazzino ad accaparrarmi un paio di stivaletti pelosi a basso prezzo (visto che non lo ammortizzerò mai). Siamo uscite dopo un’ora e mezza, tra capricci, rifiuti di provarsi le mie proposte e lacrime varie. Lo stivaletto giace dritto e composto all’ingresso di casa.
Fissa numero 2: i calzini con i “pallini”. Non pensate ai pois. I pallini secondo lei sono dei fili interni che si allungano inesorabili dalle cuciture e le solleticano le dita. Sono arrivata a metterle i calzini armata di forbicine per unghie, per eliminare i nemici. Ma quando pensate di averla fatta franca, altro pericolo in agguato. La forma del tallone deve corrispondere esattamente al suo, di tallone. Basta che indietreggi di un pelo, è finita. Il calzino va eliminato.
Fissa numero 3: la scollatura della maglia. Se è leggermente più in basso rispetto alla sua linea immaginaria, l’argomento è incontrovertibile: “Mamma, si vedono le tette”. Non serve spiegarle che le tette non si vedono, né tantomeno le ha. Lei si pianta una mano sul petto per coprire la parte di maglia mancante. Una sera è stata tre ore così, ad un cena. Così ho pensato che potesse adorare i dolcevita, così avvolgenti intorno al collo. Come no? L’altra mattina, tutta entusiasta nel mostrarle il maglioncino a collo alto, ha accennato un broncio, che si è trasformato in pianto, poi in scenata.
L’ho minacciata di mandarla a scuola nuda.

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Commenti:

  1. Hai tutta la mia solidarietà… pare che ci parliamo addosso, se commento io, ma come faccio a non dirti pubblicamente: ‘Quanto ti capisco’. Io, ahimè, ho il problema contrario: nel suo cassetto giacciono maglie con pochi lustrini. Alla pupa piace eccentrico. In bocca al lupo a noi!

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