Un reparto considerato un punto di riferimento a livello regionale, è vero, ma che in certi periodi dell’anno va in oggettiva difficoltà. Gli accessi sono molti e i posti letto – 26 tra degenza ordinaria e day hospital – non sempre bastano. A raccogliere un’eredità importante e impegnativa come quella della Pediatria di Rimini è da pochi mesi il primario Alberto Marsciani, che ha sotto di sé un’equipe di undici medici specializzati nelle diverse branchie in cui il reparto si sviluppa.
Dottor Marsciani, in che cosa eccellete?
“Sicuramente nell’oncologia pediatrica. Siamo uno dei quattro centri riconosciuti a livello regionale, l’unico non universitario. Curiamo il bambino affetto da patologia oncologica fin dalla diagnosi. Ma anche gli altri settori ci assorbono in pieno, dalla reumatologia, fino a qualche anno fa marginale, alla gastroenterologia, passando per l’endocrinonologia”.
Quali sono le più frequenti patologie di accesso?
“Dal punto di vista numerico quelle delle vie respiratorie, seguite da quelle dell’apparato gastroenterologico e dalle patologie neurologiche, soprattutto inerenti a convulsioni febbrili. Dal punto di vista assistenziale, invece, le malattie più impegnative sono quelle oncologiche, leucemie, linfomi e tumori solidi. In questo caso abbiamo accessi dal ravennate, dal cesenate e anche dal pesarese”.
Fenomeno che, unito al turismo che caratterizza d’estate la riviera riminese, farà aumentare vertiginosamente i vostri numeri…
“Sì, facciamo mille ricoveri all’anno in degenza ordinaria, 600 day hospital e 300 day service. In più, l’ambulatorio delle urgenze pediatriche, che prevede l’accesso diretto per i codici di lieve o media gravità e la presenza costante di un medico, ha una grossissima attività: 19mila consulenze all’anno, con picchi stagionali, soprattutto nei fine settimana. Significa, in media, 50 accessi al giorno”.
La stagionalità incide anche sull’indice di occupazione dei posti letto?
“Assolutamente sì, non c’è linearità di occupazione. Andiamo in oggettiva difficoltà in inverno e durante l’estate, quando i bambini si ammalano molto meno ma in città aumenta esponenzialmente la presenza di bambini”.
Come siete soliti affrontare l’emergenza?
“In casi estremi collaboriamo con gli ospedali di Cesena e Ravenna. Ma lo strumento che utilizziamo di più è l’osservazione breve: compattiamo le patologie di minor gravità in ricoveri brevi di 36 ore durante le quali cerchiamo di ristabilire la patologia. Così liberiamo posti letto”.
Avete un limite di età oltre i quali non ricoverate i pazienti?
“Purtroppo abbiamo il limite storico si non ricoverare oltre i 14 anni. Seguiamo ragazzini più grandi per patologie croniche ma solo in regime ambulatoriale o di day hospital”.
D’altro canto, però, avete lavorato molto sull’umanizzazione del reparto. In che modo?
“In novembre abbiamo inaugurato la biblioteca di reparto. Due volte alla settimana vengono da noi i pagliacci dell’associazione Dottor Clown. In più, in alcuni momenti dell’anno, ospitiamo un gruppo di musicisti che vengono a suonare un po’ di classica. E’ bellissimo vedere i bambini uscire dalle stanze e avvicinarsi per ascoltare”.
Riuscite anche ad avere un’integrazione con la pediatria territoriale?
“Abbiamo rapporti costanti e frequenti. E’chiaro che siamo di fronte ad un problema tutto italiano: il pediatria di famiglia non lavora sull’urgenza, non garantisce un’assistenza dalle 8 alle 20 e lavora quasi sempre sulla programmazione, per appuntamento. Questo fa sì che molti accessi all’ospedale siano impropri, o a volte scelti per comodità. In futuro vorremmo ci fosse un maggior coinvolgimento dei pediatri di famiglia. Ci stiamo riflettendo”.
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Commenti:
è meraviglioso che Lei sia diventato il Primario della Pediatria di Rimini è la prima cosa giusta che osservo nella ASL di Rimini, questo mi dà speranza anche per il futuro dei nostri bambini diabetici, sono sempre in contatto con il ricercatore Bertuzzi, quella è la mia meta. Riccardo lavora da ormai tre anni a Londra. Se vorrà mandargli un messaggio ne sarà certamente felice. Ieri invitata ad un pranzo dalla associazione Sammarinese ho incontrato un suo ex bambino diabetico. Se posso esserLe utile anche in minime cose sono a Sua disposizione. Ancora grazie, Gabriella Righetti
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