Perse la compagna incinta e il bimbo. Il giro a piedi di Christian fa tappa in Romagna

Christian Cappello con la compagna Marta Lazzarin morta quasi un anno fa alla 27esima settimana di gravidanza
Christian Cappello con la compagna Marta Lazzarin morta quasi un anno fa alla 27esima settimana di gravidanza

La sua compagna Marta Lazzarin è morta quasi un anno fa, alla 27esima settimana di gravidanza, all’ospedale di Bassano del Grappa, dove si era presentata con la febbre alta e dove i medici avevano riscontrato che Leonardo, il bimbo che portava in grembo, era già deceduto. Ma Christian Cappello, 39 anni, ha deciso di non chiudersi in casa a gestire il dolore: “Ho voluto trasformare l’energia negativa in positiva, facendo del bene agli altri e non sprecando tempo, perché la vita ci impone di non fermarci. Chi si ferma, infatti, crede di essere eterno. Ma non è così”.

Christian, che continua a portare avanti Blog di viaggi, un progetto nato con Marta e che resta il più seguito in Italia in materia, è partito il 2 aprile da Bassano per un tour a piedi che lo ha portato già a visitare 24 dei 26 centri dedicati alla fibrosi cistica, la malattia genetica più diffusa a livello nazionale, per la quale ha scelto di impegnarsi con la sua onlus Marta 4 Kids. E alla fine di dicembre, sulla via del ritorno verso casa, farà tappa a Riccione e Rimini, per poi arrivare all’inizio del 2017, dopo una piccola pausa, a Cesena (dove con buone probabilità visiterà il “Bufalini”) e Ravenna: “Finora ho percorso oltre 3670 chilometri – ci ha raccontato ieri mentre era a Pedaso, nelle Marche – vedendo ogni volta unirsi alla mia camminata moltissime persone. E trovando sempre ospitalità. Due sere fa, alcune ragazze che mi hanno offerto un posto dove dormire sono riuscite a organizzare una cena che ci ha permesso di raccogliere 3mila euro”.

Uno zaino e un carretto: viaggia così, da aprile scorso, Christian Cappello
Uno zaino e un carretto: viaggia così, da aprile scorso, Christian Cappello

La posizione in cui si trova Christian è visibile grazie a un sistema di rilevazione satellitare che lo segnala come una pallina rossa: “Sono anche supportato da un ufficio stampa che ogni volta che faccio tappa in un posto, riesce a dare visibilità al mio progetto sui media locali. Non deve stupire che io abbia deciso di muovermi a piedi: è il mezzo di locomozione più antico al mondo e, soprattutto, consente alle persone di unirsi a me senza difficoltà“.

L’anno di beneficenza, in realtà, Christian lo aveva pensato, anche se in forma più ristretta, insieme alla sua Marta: “Avevamo già in mente di dedicarci alla solidarietà, magari nei fine settimana. Dopo quello che è successo, ho sentito l”urgenza di farlo in grande. Sono sicuro che lei mi vorrebbe vedere così, sorridente, come tanti de bambini che incontro negli ospedali, nonostante la malattia”.

Percorrendo circa 25 chilometri al giorno con uno zaino e un carretto, Christian arriverà a Bassano, dove lo attende una grande festa, il 18 febbraio. Ma la sua testa è già oltre: “Scriverò senz’altro un libro su questa esperienza. E la casa di produzione Lateral Film ha girato un documentario che adesso è in fase di montaggio. Ma sogno anche un giro dell’Italia in barca a vela per promuovere il libro. Insomma, non mi fermo”.

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