La mensa scolastica non ha il menu vegano? L’istituto potrebbe essere sanzionato con una multa fino a 18mila euro. Lo prevede un disegno di legge attualmente all’esame delle commissioni competenti in Senato e presentato da Gabriella Giammanco, 41enne senatrice siciliana di Forza Italia. Il documento, intitolato “Norme per la tutela delle scelte alimentari vegetariana e vegana”, vuole garantire alternative alimentari vegetariane e vegane a chi, per ragioni di lavoro o studio, è costretto quotidianamente a mangiare fuori casa, in particolare nelle mense. E’, secondo la senatrice Giammanco, una questione di rispetto dei principi sanciti dalla Costituzione secondo cui lo Stato e la pubblica amministrazione devono garantire un medesimo trattamento a tutti i cittadini, indipendentemente dal sesso, dalla religione e da ogni diverso tipo di orientamento.
A questo scopo, dunque, intervengono gli 8 articoli di cui si compone il ddl. In particolare l’articolo 3 elenca una serie di luoghi nei quali dovrà essere sempre assicurata e pubblicizzata l’offerta di almeno un’opzione vegetariana e di una vegana. E cioè: mense pubbliche, convenzionate, private o che svolgono in qualsiasi modo servizio pubblico; mense che svolgono servizio per le scuole di qualsiasi ordine e grado, compresi gli asili nido; mense universitarie; luoghi in cui i lavoratori consumano i propri pasti a causa dell’impossibilità di fare rientro per il pasto al proprio domicilio come bar e ristoranti convenzionati con i luoghi di lavoro.
In caso di inosservanza delle violazioni delle disposizioni del ddl è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria che va da 3 a 18mila euro. Inoltre ai trasgressori potrebbe essere sospesa la licenza per trenta giorni. Sono ipotizzate pene più severe in caso di recidiva: la sanzione amministrativa pecuniaria sarebbe aumentata di un terzo e la licenza revocata.
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta