Ha centrato la professoressa con un pugno sul naso lasciando tutti increduli per la reazione, la docente stessa e i compagni che hanno assistito all’episodio di violenza. La vicenda, come racconta l’edizione locale del Resto del Carlino, si è verificata lo scorso 10 febbraio in una scuola media della Valle del Savio. Il ragazzino, minore di 14 anni e quindi non imputabile secondo il codice penale (ma i genitori sono responsabili), già in passato aveva tenuto comportamenti poco ortodossi a scuola. Insomma, si tratterebbe di un caso difficile al punto che da tempo serpeggia il malumore fra i genitori dei compagni di classe.
Nella mattinata in questione il ragazzino, secondo le prime ricostruzioni, non aveva fatto altro che disturbare. Non era interessato alle spiegazioni, non ascoltava e costituiva ostacolo al regolare svolgimento delle lezioni. Proprio per questo è stato chiesto l’intervento di una professoressa che di solito ha un certo dialogo con l’alunno. Ma di fronte al tatto e alla gentilezza del docente che cercava di calmarlo, il piccolo teppista ha scatenato tutta la sua violenza: ha colpito la sua interlocutrice all’improvviso. Per fare male: al volto, sul naso. La donna è stata giudicata guaribile in cinque giorni. Solo pochi giorni fa un’analoga vicenda si era verificata in una scuola media di Piacenza dove un undicenne aveva preso a pugni una professoressa. Avevano fatto molto discutere anche le parole della preside: “Farei rientrare quello che è accaduto in una ricerca di attenzioni”, aveva detto la dirigente scolastica.
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Commenti:
L’aiuto, come chiede la prof. menata, verso questo ragazzo non deve però andare nella direzione di tenerlo ancora in classe con gli altri. E se, in un accesso d’ira colpisce malamente un compagno e lo ammazza? Senza premeditazione, ma lo ammazza? Di chi sarebbe la colpa? Del solo ragazzo assassino o anche di chi lo ha tenuto in classe con gli altri? Certo che va aiutato, ma in una struttutura idonea a persone del suo stampo.
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