Il suo libro si chiama “Il cancro è un fungo” e ipotizza una genesi dei tumori che non ha trovato alcun riscontro nella comunità scientifica. Anzi, la giustizia che si è occupata delle sue idee, mette in guardia contro Tullio Simoncini: si tratta di teorie pericolose. In questi giorni infatti l’uomo è stato condannato a 5 anni e 6 mesi per i reati di omicidio colposo ed esercizio abusivo della professione. Simoncini, oncologo romano radiato da tempo dall’ordine professionale, assicurava di avere trovato una cura semplice, economica ed efficace contro il cancro: il bicarbonato. Ma la sua singolare terapia non portava alcun beneficio ai pazienti, anzi. Il tribunale di Roma ha condannato a due anni di reclusione anche Roberto Gandini, radiologo e collaboratore di Simoncini.

L’omicidio colposo al quale si riferisce la sentenza è quello di Luca Olivotto, di 27 anni di Catania, affetto da un tumore al cervello. Sei anni fa il giovane   si fece ricoverare in una clinica albanese, dove lavoravano i due medici, per sottoporsi ad un cura a base, appunto, di bicarbonato di sodio. Una mossa disperata: tutti i medici consultati dalla famiglia avevano detto che il tumore era solo parzialmente operabile e l’aspettativa e la qualità di vita sarebbero state pessime. Quindicimila euro circa il costo della ‘cura’ Simoncini. I genitori acconsentirono tentando il tutto per tutto. Dopo due giorni di somministrazione endoarteriosa però Olivotto morì in seguito ad una gravissima alcalosi metabolica, un’alterazione del plasma cioè dovuta ad una perdita di acidi o, come in questo caso, a un eccessivo accumulo di bicarbonati. Per il medesimo episodio un tribunale albanese ha condannato l’ex medico ad un anno e mezzo di reclusione e quattro anni di interdizione alla pratica medica.

Non solo. Nel 2006 Simoncini era già stato condannato a 4 anni e 4 mesi per aver somministrato bicarbonato di sodio a tre ammalati di tumore in uno stadio avanzato, tutti morti nel giro di breve. Nonostante la radiazione dall’albo e i procedimenti penali a suo carico, Simoncini aveva continuato a lavorare spostandosi all’estero. Nel 2015 un’inchiesta della Radiotelevizione svizzera italiana ha rivelato che Simoncini continua ad operare e a prescrivere il bicarbonato. In Svizzera romanda Simoncini ha un collaboratore, un medico omeopata, al quale per anni ha inviato i suoi pazienti. Non solo: alcuni medici e prestanome sarebbero anche in Italia, in una clinica privata romana. Una fitta rete di collaboratori che si estende anche a paesi come l’Olanda. Tra le condanne collezionate dall’ex oncologo c’è anche quella dell’autorità garante della concorrenza e del mercato che gli ha inflitto una sanzione di 50mila euro per pubblicità ingannevole e pratiche commerciali scorrette. Simoncini tiene anche conferenze, prevalentemente a pagamento, in giro per il mondo sostenendo che c’è un complotto della scienza ufficiale nei suoi confronti. E non pochi gli credono: la sua pagina Facebook ha 23mila like ed è molto seguita.