Tutti i mammiferi lo fanno dopo il parto, l’unico che si sottrae a questa regola è l’uomo. E allora? Perché non farlo? La pratica ‘salutista’ si chiama placentofagia e consiste, appunto, nel mangiare la propria placenta sotto forma di pillole subito dopo il parto. E’ una moda lanciata dalle attrici e dalle celebrità che ha attecchito fra le donne nei paesi anglosassoni. Il presupposto è appunto: se lo fanno tutti gli altri mammiferi perché non dovrebbe farlo la specie più evoluta? In rete si trovano svariate testimonianze di questa esperienza, di donne che l’hanno fatto e che sarebbero pronte a rifarlo perché
Chi la consiglia giura chi vi sono benefici per la salute ma una recente ricerca ne ha smentito gli effetti: infatti uno studio condotto dall’università Nevada di Las Vegas e pubblicato on line sulla rivista Women and Birth ha dimostrato che non vi è alcun reale beneficio nell’assumere pillole di placenta. Né per quanto riguarda la depressione post partum né per altre questioni psico-fisiche legate alla gravidanza. L’unico effetto notato dal consumo della placenta è un leggero cambiamento nell’equilibrio ormonale delle neomamme.
Ma c’è di più. In un altro studio la psichiatra Crystal Clark mette in guardia contro i possibili rischi del consumo della placenta: “Non esistono evidenze certe che mangiare la placenta sia innocuo – spiega – e non comporti rischi: in fondo si tratta di un “organo-filtro” che serve anche per proteggere il feto da tossine e inquinanti”. Conclusione: consumata cruda, cucinata o inserita in capsule da inghiottire, non previene la depressione post partum, non riduce il dolore, non migliora l’energia o la lattazione, non alimenta il legame mamma-bambino, non ripristina i livelli di ferro né favorisce l’elasticità cutanea evitando le smagliature.
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