Tatiana: “Io, italiana senza la cittadinanza. Ecco cosa non posso fare”

Parla un italiano perfetto, con qualche aggiunta di dialetto romagnolo. E anche se è nata in Camerun, Tatiana Tchameni si ritiene a tutti gli effetti italiana. Peccato che per la legge non lo sia affatto.

Venticinque anni, residente a Ravenna, in questi ultimi tempi sta vivendo il grande paradosso di non avere la cittadinanza nonostante viva qui da quando era in quinta elementare: “Vorrei avere la possibilità di votare nel Paese che ritengo mio, vorrei potermi candidare ai concorsi statali dopo gli studi, vorrei fare stage che non ho la possibilità di fare”. Tutte situazioni quotidiane che fanno sentire Tatiana straniera: “Eppure appena apro bocca risulto italiana, la mia cultura e la mia educazione sono una chiara conseguenza dell’essere cresciuta qui. Insomma, la mia identità è più che mai italiana”.

In Italia, dove sono nati sua sorella e suo fratello, Tatiana ha preso la licenza elementare, quella media e il diploma: “Adesso studio Relazioni internazionali e diritti umani all’Università di Padova”. Se lo ius soli temperato dovesse diventare legge, e quindi anche lo ius culturae, la studentessa diventerebbe a tutti gli effetti italiana, visto che è arrivata prima dei dodici anni e ha superato i cinque anni di ciclo formativo. Finora, nonostante abbia superato i dieci anni di residenza in Italia, la domanda di cittadinanza non l’ha  ancora  presentata: “Quando sei piccolo non ci pensi. Ma appena ti scontri con il mondo degli adulti, capisci che avere la cittadinanza può fare la differenza. Anche per problemi familiari ho posticipato la presentazione della richiesta. Senza contare che in Camerun si era discusso della possibilità di avere la doppia cittadinanza, cosa poi non approvata, e ho preso tempo. Senza ius soli presenterò il Cud di mio padre. Ma se lui fosse stato precario o disoccupato, avrei dovuto aspettare di iniziare a lavorare, versando almeno tre anni di tasse. E comunque ci sarebbero stati due anni di attesa. La mia storia deve servire ad aprire gli occhi non su di me ma sulle situazioni simili alla mia”.

Per ora, a Tatiana, non resta che incappare in parecchie disavventure del quotidiano: “Nel 2012 volevo fare l’au pair in America ma non ho potuto realizzare il mio desiderio, avendo il passaporto camerunense. Qualche mese fa ho comprato un volo per una vacanza in Tunisia ma mi è stato chiesto il visto. Per ottenerlo, ci sarebbero voluti dieci giorni. Alla fine, per mancanza di tempo, anche se sono andata al consolato di Genova e ho pagato la tassa, non sono riuscita a partire”.

In questo articolo ci sono 0 commenti

Commenta

g
To Top