La donna ha partorito in un’ambulanza, diretta a tutta velocità in ospedale, da cui era stata dimessa da un’ora. R.I., 39 anni, ha messo al mondo sua figlia con l’aiuto del marito, un’infermiera e alcuni volontari. Una situazione che non è piaciuta ai neogenitori i quali hanno chiesto spiegazioni all’ospedale di Sassuolo, la struttura, a loro dire, colpevole di averli dimessi con troppa leggerezza. Inoltre dopo il parto medico e ostetrica responsabili delle dimissioni non avrebbero dato spiegazioni alla coppia residente a Maranello. Per fortuna la piccola è nata senza problemi e gode di ottima salute. Questa è l’unica cosa sicura di questo rocambolesco parto.
Da parte sua la struttura modenese rende noto: “Alle ore 00.34 minuti del 4 ottobre 2017 la signora R.I. di 39 anni viene visitata in Ostetricia e Ginecologia in ospedale a Sassuolo perché prossima al parto – spiega un comunicato stampa -, La futura mamma viene sottoposta al tracciato, a una ecografia e ad una visita da parte dell’ostetrica di turno e di un medico ginecologo. Dai controlli effettuati, in linea coi protocolli regionali, emerge che la signora, nonostante esista un’attività contrattile irregolare, non è ancora entrata in travaglio. E per questo motivo le viene chiesto se preferisce attendere in osservazione in ospedale o se preferisce tornare a casa. È la donna quindi che sceglie di tornare al proprio domicilio. D’altro canto, secondo la consolidata pratica clinica, ostetrica e medico lasciano libera scelta alla paziente”.
A quel punto “nel rispetto della decisione presa dalla signora, gli operatori sanitari la avvertono quindi che in caso di contrazioni più intense, di perdite ematiche, di scarsa percezione dei movimenti fetali e di perdita di liquido amniotico, deve subito tornare in ospedale. Nel confermarle una situazione clinica priva di particolari criticità, le spiegano che è difficile stabilire i tempi esatti dell’evoluzione del travaglio e che le contrazioni sono soltanto i prodromi che potrebbero durare anche giorni”. A questo punto, e qui le versioni differiscono, l’ospedale precisa che “la signora non viene ‘dimessa’ (non era infatti mai stata ricoverata) ma semplicemente, su sua libera e consapevole scelta, torna a casa in attesa dell’evoluzione del travaglio”.
Tutto quello che è avvenuto in seguito, ovvero l’intervento di mezzi di soccorso, 118 e Croce Rossa, compreso il parto in ambulanza, “non sono di diretta gestione dell’ospedale di Sassuolo. Pertanto l’ospedale smentisce quanto sostenuto dalla ricostruzione fornita dalla coppia di Maranello, “negando la presenza di personale ostetrico, infermieristico o medico della struttura sulle ambulanze. All’ospedale non risulta inoltre nessuna chiamata né da parte dei genitori né dai mezzi di soccorso”.
La nota dell’Ausl si conclude così: “Il fatto che sia passata ‘appena un’ora dalle dimissioni dall’ospedale’, inoltre, conferma quanto detto durante la visita, ovvero che la signora avrebbe potuto attendere proprio in ospedale e verificare l’evolversi della situazione. Nessuna dimissione ‘avventata‘ quindi ma semplicemente la gestione puntuale e rispettosa della prassi clinica. In definitiva, un parto certamente ‘rocambolesco’ che ha senza dubbio agitato i genitori ma nel quale non crediamo ci sia alcun tipo di responsabilità da parte dell’ospedale di Sassuolo”.
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