Un’avventura a lieto fine dopo non poche tribolazioni. Alla fine è andato tutto bene ma i protagonisti di questa vicenda hanno tenuto a lungo il fiato sospeso. L’unica che non ha avuto coscienza di niente, che non si è accorta di nulla nella sua beata innocenza, è stata proprio la protagonista principale: una neonata. Tutta la vicenda è nata dal fatto che il sangue della madre è molto raro. Si chiama fenotipo Rh deleto è riscontrabile nello 0,2% della popolazione e ha provocato gravissimi problemi alla donna durante la gravidanza. Al punto di rischiare di perdere la bambina che portava in grembo. Una situazione che era diventata drammatica e che si è risolta positivamente grazie alla Banca del sangue raro e alla clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano. Sono stati loro a trovare il donatore compatibile, forse l’unico in Italia, e a salvare la vita alla neonata con alcune trasfusioni direttamente in utero.
La donna, una sudamericana che in passato aveva avuto un aborto spontaneo, era risultata positiva al Test di Coombs indiretto, un metodo che viene utilizzato per capire se la madre ha sviluppato degli anticorpi che aggrediscono i globuli rossi del feto. A complicare il tutto c’era la la condizione del sangue molto raro e, appunto, una situazione di anemia in corso. “Questi anticorpi – ha spiegato ai media locali Maria Antonietta Villa del Centro trasfusionale del Policlinico – si riscontrano in condizioni estremamente rare e possono causare aborti ricorrenti, grave malattia emolitica del feto e del neonato, e grave reazione trasfusionale negli individui che hanno questo fenotipo”. Grazie alla a Banca di emocomponenti di gruppi rari è stato trovato “un unico donatore di sangue residente in Lombardia, e forse in Italia, con questo rarissimo fenotipo”. La bambina è nata senza problemi alla 35esima settimana mediante parto cesareo. Mamma e figlia adesso sono a casa e stanno bene.
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