Qualche ora per fare la spesa, per andare in palestra, per un caffè, per una passeggiata, per coltivare anche le esigenze della coppia. Quando si parla di bambini disabili, pochi pensano al carico che i genitori vivono quando la scuola e i servizi non ci sono, come nel fine settimana o durante l’estate. Pochi pensano, insomma, all’esigenza delle mamme e dei papà di staccare la spina. Lo ha fatto Valeria Leoni, presidente dell’associazione Arteinte Social Project, nata qualche mese fa per raccogliere fondi a favore delle famiglie con bimbi disabili nel territorio ravennate.
Il nuovo progetto di Valeria, che ha anche scritto un libro su Chirine Bouazza, la bambina di dieci anni affetta dalla sindrome di Rett, si intitola “Mi prendo cura di me” e verrà realizzato in accordo con il centro educativo Anacleto di Porto Fuori della Cooperativa sociale Il Solco: “Una sabato al mese fino a maggio, dalle 14 alle 18, i genitori potranno lasciare i bambini agli educatori del centro e prendersi qualche ora per sé. Durante la mia esperienza di educatrice, ho notato spesso nelle famiglie che vivono il problema della disabilità il bisogno di sgravarsi da una responsabilità e da un compito che li riguarda 24 ore al giorno. Pensare al benessere dei genitori e delle coppie, non solo a quello dei bimbi, è fondamentale per attivare nuove energie che avranno ricadute positive, inevitabilmente, sui bimbi stessi”.
A partire dal 7 ottobre, a usufruire del progetto coordinato dalla psicologa Alessandra Annibali (e che partirà grazie ai fondi raccolti durante l’evento tenutosi la scorsa estate in piazza del Popolo a Ravenna) saranno Chirine e Ginevra, una bambina con un disturbo dello spettro autistico. Nei mesi a venire dovrebbe entrare e farne parte anche Gaia, affetta da atassia spastica (la sua storia l’avevamo raccontata qui), che a breve dovrebbe intraprendere un percorso educativo ad Anacleto. “Ma l’idea – continua Valeria – è quella di inserire anche un quarto bimbo, che per ora è molto piccolo e il pomeriggio dorme ancora”.
Per poter mantenere in vita “Mi prendo cura di me”, però, e portarlo avanti anche il prossimo anno, c’è bisogno di risorse: per questo Valeria ha attivato un crowdfunding al quale si può dare il proprio contributo cliccando qui.
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