Nelle spugne da cucina batteri come nelle feci!

In un solo centimetro cubo vi sono oltre 50 miliardi di organismi, tra i quali anche i batteri che causano la polmonite e la meningite. Dove? Non lo direste mai: nelle banalissime e comunissime spugne da cucina che quindi, in teoria, sono un ricettacolo di malattie. A rivelarlo è un recente studio messo a punto dalle università tedesche di Giessen e di Furtwangen e appena pubblicato sulla prestigiosa rivista “Scientific Reports”.

Gli studiosi, tra i quali anche l’italiano Massimiliano Cardinale, hanno sequenziato il Dna microbico di 14 spugne usate per lavare i piatti e le stoviglie. Ed hanno letteralmente trovato di tutto. Soprattutto batteri con una densità paragonabile solo a quella delle feci. E’ chiaro che non si tratta esattamente di un modello di igiene. In particolare, uno dei batteri individuati durante le analisi al microscopio, la Moraxella osloensis, è molto pericoloso perché può causare infezioni nelle persone immunodepresse ed è lo stesso microrganismo responsabile del cattivo odore che a volte hanno sia il lavandino che le stesse spugne.

Anticipiamo l’obiezione: non serve neanche pulire le spugne, dato che i modelli sterilizzati (mediante bollitura o microonde) hanno riservato un’ulteriore amara sospesa: una percentuale più elevata di batteri rispetto a quelli che non erano mai stati puliti. Quindi le spugne, di fato, erano ancora più sporche e potenzialmente più lesive. La spiegazione di questa apparente contraddizione? La resistenza dei batteri che, come spiega la rivista Focus, “tendono a ricolonizzare gli ambienti da cui sono stati sfrattati, un po’ come succede all’intestino dopo un trattamento con antibiotici”. I batteri quindi non vengono uccisi dal trattamento ma addirittura ne escono rafforzati. L’unica soluzione è quella di cambiare drasticamente le nostre abitudini igieniche in cucina e, dunque, cambiare la spugna della cucina una volta a settimana, un tempo che dovrebbe essere sufficiente affinché le pezze non vengano colonizzate dagli ‘ospiti indesiderati’.

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