Dodici pediatri arrestati per corruzione. Precisamente per aver indotto, sotto la spinta delle case farmaceutiche, le mamme a somministrare ai loro bambini latte in polvere, anziché allattarli al seno. Tra di loro anche due primari. Un caso clamoroso, delle accuse infamanti che avrebbero meritato una composizione della vicenda efficace, certa e rapida. E, invece, a causa dell’atavica lentezza della giustizia italiana, a quasi tre anni di distanza dagli ordini di custodia cautelare non c’è stata neanche la prima udienza. Né l’archiviazione. In totale 23 persone, tra medici, informatori scientifici e liberi professionisti toscani e liguri, restano nel limbo. La questione non è stata ancora affrontata nel merito. In pratica, non si è ancora andati a processo.

Così, come informa il quotidiano Il Tirreno, in attesa di una sentenza passata in giudicato si resta nel campo delle ipotesi e le persone coinvolte, come vuole la presunzione sancita dalla Costituzione, sono innocenti. Innocenti ma con un’ombra, un marchio che solo il processo potrebbe togliere. Sono infatti gli accusati i primi ad avere interesse alla conclusione del caso. Affinché venga fatta chiarezza e sia sgombrato il campo dagli equivoci. Così come le mamme e, in definitiva, tutti noi vogliamo che i responsabili (se ce ne sono) vengano puniti duramente. Per non parlare dell’ordine dei medici e di tutti quei pediatri che si sentono (come minimo) infastiditi dalle accuse formulate nei confronti colleghi. In ogni caso, chi ha speculato sulla pelle dei nostri figli merita una punzone esemplare; niente sconti a chi ha giocato con la salute dei bambini. Eppure è tutto fermo. Dal 21 novembre 2014, giorno degli arresti, per ogni passo avanti ce n’è stato almeno mezzo indietro, nella peggiore tradizione della burocrazia italiana.

Dopo vari vizi di forma, l’ultimo intoppo si è verificato nei giorni scorsi. A causa di un difetto di notifica, l’udienza è stata rinviata al prossimo 29 settembre. Solo in quella data potremo (forse) sapere se ci sarà il rinvio a giudizio o il proscioglimento.

Se per informatori e medici l’accusa è di corruzione, alcuni responsabili di due agenzie viaggi di Pisa sono accusati di emissione di false fatture. In pratica, secondo la ricostruzione fatta dal pm, medici e pediatri venivano ricompensati con vacanze pagate in cambio di prescrizioni compiacenti. In particolare di latte in polvere. E chissà se alla fine, come troppo spesso avviene in questo Paese, non sia la prescrizione a soffiar via la polvere che si è accumulata sui faldoni di questo caso giudiziario.

Qui i nomi e le foto dei coinvolti.