Giada Sundas: “Le volte che ho pensato: ‘Chi me l’ha fatto fare?'”

Giada Sundas

“La maternità è anche frustrazione, noia, ansia, senso di colpa. Invece si è ancora convinti che una donna con un neonato in braccio debba essere per forza all’apice della felicità”. Contro ogni retorica Giada Sundas, autrice di “Le mamme ribelli non hanno paura” (Garzanti) ha parlato sabato sera all’hotel Tavernetta di Marina Romea al pubblico di “Un mare di…solidarietà”, la rassegna organizzata da Livia Santini per l’associazione Piccoli Grandi Cuori.

Ventritré anni appena, Giada – mamma di una bimba di quasi tre – ha descritto l’essere madre come un’esperienza appagante quanto ricca di momenti negativi, un periodo della vita in cui la gioia e la felicità esistono, sì, “ma diluite nelle mille fasi che una donna attraversa con suo figlio, da quella in cui non si dorme a quella dei terrible two, passando per i dentini”.

Al contempo, la maternità assomiglia per Sundas una serie di aspettative mancate, prodotte per lo più da un immaginario falsato, che comprende anche la gravidanza e il parto: “Tutto viene sempre descritto come bellissimo e magnifico, appellandosi al miracolo della vita che cancellerebbe i mille aspetti dolorosi che una donna, alla fine, non mette in conto. E che la colgono di sorpresa”.

Aspetti spesso censurati dalle stesse mamme: “Scrivere questo libro mi ha invece consentito di scoprire che tante cose che ho passato io le passano tutte, che non è tutto splendido come ci fanno credere. Semplicemente, c’è chi non lo ammette. Raccontando di me, ho raccontato qualcosa di tutte le mamme e il riscontro del pubblico me lo conferma. Tra le mie lettrici c’è anche una signora 96enne che è tornata indietro nel tempo, rivivendo alcuni momenti della sua maternità. ‘Chi me l’ha fatto fare?’, almeno una volta, credo che l’abbiamo pensato tutte“.

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