
Alcune mamme si sono rasserenate, uscendo dall’incubo del sensore che potrebbe suonare da un momento all’altro, segnalando un’ipoglicemia o un’iperglicemia. Alcuni ragazzini hanno avuto un beneficio psicologico, accettando la malattia e avvertendo meno il senso di colpa per i contraccolpi che il diabete ha sulla vita familiare. Il progetto Serena Onlus è il primo in Italia a educare cani che, non solo grazie all’olfatto ma grazie alla relazione che si instaura con il paziente, sono in grado di capire quando la crisi sta arrivando ed è in corso. A parlarne, durante gli eventi della Diabetes Marathon organizzata dall’associazione Diabete Romagna, sarà l’istruttore cinofilo Roberto Zampieri, che ha dedicato il progetto alla figlia scomparsa. L’appuntamento è sabato 8 aprile alle 14 al Savoia Hotel di Rimini (Lungomare Murri 13).
“La nostra sperimentazione è iniziata quattro anni fa – racconta Zampieri – e al momento sono quaranta, in tutta Italia, i cani che abbiamo formato. In otto casi, i loro padroni sono bambini o ragazzi. Abbiamo anche 300 richieste in sospeso, metà delle quali provenienti da genitori“.

Ci vuole circa un anno per dotare il cane delle competenze giuste, mentre il secondo anno è dedicato ad analizzare a monitorare le criticità, rafforzando le reazioni più positive che il cane può avere quando la glicemia del paziente sale o scende troppo: “C’è chi abbaia, chi si gratta la zampa, chi lecca, chi va addosso al padrone. Lasciamo che sia l’animale a scegliere. Chiaro che proviamo a premiarlo laddove usa modalità migliori. Saltare in braccio a un bambino che pesa la metà, per esempio, può non essere la soluzione”.
I cani formati non sono sempre già di proprietà della famiglia: “Capita anche di andare a scegliere un cane da zero con la persona diabetica. L’importante, però, è non prendere uno solo perché sarà di sostegno rispetto alla malattia. Se si considerano i cani dei glucometri a quattro zampe, i benefici non arrivano. Tutto il lavoro che facciamo, infatti, è sulla relazione”.
In questi anni è capitato più volte che il cane abbia salvato il suo padrone, anche se non è mai successo con i bambini: “In questi casi, lo dico sempre, il fiuto non è tutto. Fondamentale è l’empatia. La stessa che muove tutto il nostro progetto, che non ha alcuna finalità commerciale ma solo sociale”.
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L’8 aprile è domenica non sabato
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