Paola, operaia: “Troppe gravidanze e mi hanno fatta fuori”

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Paola Spadoni con marito e figlie

L’ultima sua “colpa” è quella di avere chiesto il part-time in vista del rientro al lavoro, un anno dopo la nascita delle sue gemelle. Ma Paola Spadoni, 41 anni, di San Pancrazio, nell’azienda della provincia di Ravenna in cui ha lavorato dal 2007 fino a quando, tre mesi fa, ha dato le dimissioni, aveva già subito diverse pressioni a causa delle gravidanze: la prima, dalla quale ha avuto una bimba che ora ha sei anni, le tre successive andate male e l’ultima, dalla quale sono nate due bimbe che ora hanno 15 mesi.

Sul suo caso è intervenuta anche la consigliera di parità Sonia Alvisi, che però ha trovato davanti a sé un muro di gomma: “Ho cercato di trovare un accordo con l’azienda ma la chiusura è stata totale. Non ne hano voluto sapere. Putroppo non è una novità, anche se questo non consola. Paola, quando è venuta da me, era disperata e aveva già sopportato diverse angherie: amava il suo lavoro e l’ha dovuto lasciare con un nodo al cuore. Che nel 2017 le mamme che vogliono mantenere il posto di lavoro non siano tutelate è triste”.

Operaia in un reparto dove lavorano soli uomini, Paola era stata assunta all’inizio del 2008 a tempo indeterminato, dopo qualche mese di contratti a termine: “Svolgevo il mio lavoro quasi sempre in piedi, a parte per alcuni piccoli passaggi, e spostavo carichi anche pesanti, usando colle, siliconi e strumenti come martelli e avvitatori”. Dopo la cassa integrazione, in concomitanza con la crisi del 2008, Paola si sposa e resta incinta: “A causa di una minaccia d’aborto, mi è stata riconosciuta la maternità a rischio e, nel frattempo, ho scoperto di potere ottenere sette mesi di maternità obbligatoria, dopo il parto, per lavoro a rischio per l’allattamento. Prima ho chiesto al mio datore di lavoro di essere spostata in un reparto non a rischio ma visto il no, sono andata avanti con la pratica”.

Ma dopo la nascita di sua figlia nell’agosto del 2010 e il rientro nel marzo successivo, Paola viene convocata dal capo: “Mi disse che non si aspettavano assolutamente un atteggiamento del genere. Parole pesanti per una che non si era mai tirata indietro dal fare straordinari e dal lavorare di sabato”.

Paola, mentre cerca sapere che ne è stato della sua richiesta dei sette mesi, soprattutto in vista di una eventuale nuova gravidanza, scopre poco dopo che il documento dei rischi dei due reparti dell’azienda è stato cambiato: “In quello dove lavoravo io non c’era alcun rischio mentre nell’altro, dove lavoravano solo uomini, sì. Possibile che il mio reparto fosse l’unico senza rischi? Possibile che sia stata l’unica donna operaia a non potere usufruire dei sette mesi dopo il parto? Più avanti, un nuovo cambiamento: i due reparti sono stati uniti e la dichiarazione di rischio sparita”.

Ma Paola, dopo la maternità delle gemelle, era pronta a rientrare: “Con tre figlie, i nonni anziani e le piccole che, essendo nate premature, è meglio non vadano al nido, ho buttato là l’idea di un part-time almeno fino al compimento del loro terzo anno di vita. Ma mi è stato detto che il mio lavoro non poteva essere svolto in quattro ore: una vera e propria scusa. Ho avuto la sfortuna di lavorare in un’azienda maschilista: i capi hanno tutti figlie femmine e spero per loro che non si trovino, un giorno, in una situazione come la mia”.

Ora Paola si dedica alla famiglia, usufruisce della disoccupazione e si occupa a tempo perso della vendita diretta di prodotti cosmetici: “Una vicenda terrificante dalla quale sono uscita rafforzata. Chi m’ammazza più?”.

 

 

In questo articolo ci sono 4 commenti

Commenti:

  1. Conosco personalmente Paola che è una donna e una mamma meravigliosa. . Nel 2017 e scandaloso che una donna sia trattata così in ambito lavorativo..

  2. Bisogna continuare a lottare….Sempre. …Soprattutto nelle piccole imprese..Con la volota’si riesce sempre a trovare una mediazione..E spero ci sara’un giorno in cui la collaborazione sia alla base dei rapporti lavorativi ..E non solo..Se c’è un bisogno bisogna parlaRn e insieme capire..aiutarsi..Sempre. ..Le. donne non sono un peso…E voi uomini ricordatevi che siete tutti figli di una donna..E se vi venissiete in mente di dire..bisogna fare una scelta..Vi rispongo. ..che a voi non avete mai dovuto scegliere tra l essere padri o lavoratori…E allora perche’noi dobbiamo scegliere?

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