Lo slogan dice: “Ama le tue curve“. La foto mostra due ragazze che assieme peseranno sì e no 80 chili (bagnate). Due scheletrini senza un grammo di ciccia addosso e senza, appunto, curve. Ai limiti dell’anoressia. Si tratta di una discutibile pubblicità di Zara che ha fatto infuriare il web.
Tutto è partito quando la conduttrice radiofonica irlandese Muireann O’Connell ha postato un tweet di protesta con l’immagine sotto accusa, da lei fotografata in un negozio di Dublino. Ben presto il post è diventato virale (oltre 7mila retweet) suscitando l’indignazione e l’ironia degli utenti. Le critiche al colosso spagnolo dell’abbigliamento a basso costo non sono mancate, a partire dalla stessa O’Connell: “Donne e uomini di tutte le età e taglie – ha specificato – hanno gravi disturbi alimentari a causa di immagini idealizzate che sono impossibili da raggiungere e questa è proprio una di quelle immagini”.
Non è la prima volta che il gruppo proprietario del marchio Zara viene accusato di promuovere standard di bellezza pericolosi per la salute delle donne. Nel 2015 ad esempio una petizione, promossa da una adolescente spagnola e sottoscritta da oltre 100mila persone, ha provocato il ritiro dai negozi della multinazionale iberica di una serie di manichini filiformi. “Le gambe dei manichini hanno dimensioni più piccole delle mie braccia e io sono una persona normale”, scriveva la ragazza, Anna Reira. E in effetti l’unica forma di protesta efficace contro questi colossi sembra proprio l’unione dei consumatori: dalle raccolte firme a varie forme di boicottaggio. Quando si sentono colpiti nel portafoglio, i signori del mercato tornano ad essere ragionevoli.
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta