Ettore, a casa dopo la meningite. Il papà: “Vinto al Superenalotto”

nicolasbartolini
Ettore Bartolini da ieri è a casa dopo avere contratto una meningite da meningococco C

“Abbiamo vinto al Superenalotto”. Nicolas Bartolini è il papà di Ettore, il bambino di appena un anno (lo ha compiuto il 16 febbraio) che ieri è tornato a casa, a Bagno di Romagna, dopo otto giorni di ricovero per una meningite da meningococco C, il batterio più aggressivo tra quelli che causano la malattia. Ieri, su Facebook, finalmente liberato dall’ansia e della paura che suo figlio potesse non farcela, Nicolas ha scritto un toccante messaggio nel quale racconta l’esperienza vissuta in questi giorni dalla sua famiglia.
Nicolas, come sta Ettore?
“Bene, gli hanno sospeso le tarepie. Fatica ancora a produrre globuli bianchi e quindi ha le difese basse ma tra dieci giorni ripeteremo gli esami”.
Quali sono stati i primi sintomi?
“All’inizio una febbre normale, intorno ai 38 e mezzo. Ma a farci davvero preoccupare è stato il fatto che si lamentava quasi senza forza, forse per il dolore, e che non giocava più. Quando ha iniziato a vomitare siamo corsi dalla guardia medica qui a Bagno di Romagna, che ci ha spiegato di non poter visitare i bambini sotto i due anni. Allora siamo corsi al ‘Bufalini’. Quando i medici hanno notato le petecchie, macchioline di sangue pesto sul corpo, è scattata l’emergenza. Dopo un paio di ore abbiamo saputo che si trattava di meningite. Il giorno dopo ci hanno detto che a causarla era stato il ceppo C. Ci è cascato il mondo addosso, abbiamo davvero toccato il fondo. Ma i medici non hanno mai descritto la situazione come gravissima. Abbiamo avuto la fortuna di arrivare in ospedale al momento giusto. Fossimo arrivati prima, la meningite non sarebbe stata diagnosticabile e ci avrebbero rispediti a casa. Fossimo arrivati più tardi, forse Ettore non si sarebbe salvato”.
Come siete stati accolti?
“Benissimo. Sono contento di pagare le tasse, se questo è il servizio. I medici hanno salvato mio figlio. Ci siamo sentiti protetti e tutelati”.
I media hanno parlato molto del caso di suo figlio, in questi giorni: che cosa le ha dato fastidio?
“Leggendo i commenti, c’è chi ha accusato me e Sara, mia moglie, di essere degli irresponsabili per non avere vaccinato Ettore contro la meningite. Ma la prima dose si somministra a tredici mesi: mio figlio non poteva essere vaccinato. Con il calendario è in regola, anzi con la pediatra avevamo già deciso di somministrargli quello a pagamento contro il meningococco B. Ci ha dato anche un po’ fastidio che sull’argomento sia intervenuto il sindaco di Bagno di Romagna, che ha diffuso notizie su Ettore senza prima contattarci. Per carità, l’avrà fatto in buona fede e non è il caso di sollevare polemiche. Però, in queste situazioni, quando non sai se tuo figlio ce la farà, sentire che tutti vogliono dire la loro è triste. C’è chi ci ha accusati di avere causato la meningite vaccinando Ettore contro le altre malattie. Insomma, è stato detto tutto e il contrario di tutto”.
Ettore non va al nido. I medici vi hanno spiegato come può avere contratto la meningite?
“No ma sarebbe interessante capirlo. Non lo abbiamo mai portato nemmeno in un centro commerciale. Qualche giorno prima era stato al mercato all’aperto a San Piero, con la mamma. Approfondiremo l’argomento appena avremo ripreso la nostra normalità”.

In questo articolo ci sono 3 commenti

Commenti:

  1. Sono veramente veramente veramente contento per la famiglia e il bambino. Lo dico da padre che non ha avuto la stessa fortuna. Vorrei però fare notare che non trovo corretta l’affermazione che se si fossero presentati prima in ospedale la meningite non poteva essere diagnosticata. E’ un errore comune (purtroppo anche di molti medici pediatri) ritenere che se non ci sono petecchie, fontanelle bombate o rigidità nucale non si possa parlare di infezione batterica grave/sepsi/meningite. I sintomi che riporta il padre (febbre,bambino lamentoso e ipotonico, probabilmente rifiuto di alimentarsi o fatica ad alimentarsi) sono proprio i campanelli di allarme che devono far scattare subito controlli ospedalieri più approfonditi, soprattutto nei bambini così piccoli : osservazione breve ( fino a verificare come si alimenta il paziente) , veloci esami del sangue. Quei sintomi sono proprio quelli riportati da tutta la letteratura medica come possibili sintomi di infezione batterica grave/sepsi/meningite. Nei bambini i classici sintomi meningei possono presentarsi solo all’ultimo momento (troppo tardi) o addirittura non presentarsi . Ad esempio la fontanella bombata si presenta solamente nel 30% dei casi come riportato da un documento reperibile sul sito del SIP a firma della dott.ssa Azzari.

    1. purtroppo nella prassi succede proprio questo, e posso testimoniarlo di persona. Mia figlia, due anni e mezzo, portata al pronto soccorso con vomito, prostrazione, lamentosa, che non si alimentava, con capogiri (diceva: “cado, cado”), rimandata a casa con diagnosi di influenza. meno di 2 giorni dopo, riportata con evidenti sintomi neurologici, meningite da Hemophilus.

    2. Sono d’accordo con lei Stefano, ma il mio esempio era riferito ai casi in cui i genitori portano i bambini all’ospedale dopo due ore di febbre…
      In questi casi è veramente improbabile che i dottori inizino ad effettuare gli accertamenti necessari a
      diagnosticare una meningite..

      Tuttavia mi ritengo fortunato, non bravo, ho solo riferito ciò che i medici ci hanno detto.
      Mi dispiace tantissimo per il suo cucciolo.

      Buona giornata

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