La prima bambola nera distribuita su larga scala negli Stati Uniti si chiamava Patty Jo. Era il 1947. Ci sarebbero voluti altri 21 anni affinché anche la Mattel si decidesse a farne una analoga, Christie. Nel 1977 invece fu lanciato sul mercato Gay Bob, un bambolotto omosessuale che fu un autentico fiasco commerciale, così come il Ken con gli orecchini, quindici anni più tardi. I tempi, per certe tematiche, non erano maturi. Fra qualche giorno invece sarà lanciata sul mercato statunitense Jazz, la prima bambola trans che va ad affiancarsi ad altri modelli cosiddetti politicamente corretti degli ultimi anni, come le Barbie ‘curvy’ o quelle disabili prodotte dall’azienda britannica Makies.
Jazz è ispirata ad una storia vera, quella di Jazz Jennings che nel 2007 fu la persona più giovane al mondo, allora aveva sei anni, a dichiararsi transgender. La sua vicenda di bambina ‘intrappolata’ in un corpo da maschietto è stata anche raccontata in un reality che oltre Oceano ha fatto furore. Adesso è la volta della bambola voluta da Robert Tonner, numero uno di Tonner Doll, l’azienda produttrice di Jazz, con la seguente motivazione: “E’ un’eroina dei cambiamenti sociali, coraggiosa e intelligente”.
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