Quando allo sportello dell’Usl le hanno presentato il conto ha rischiato di svenire. Per vaccinare le sue tre gemelline di tre anni con il vaccino antimeningococco B, come consigliato dal pediatra di famiglia, la spesa complessiva ammonta a 498 euro. A quel punto una mamma di Monza si è rivolta al patronato Agitalia che ha segnalato il caso ai media.
La donna si è sentita rispondere che l’accordo Stato-Regioni per la somministrazione del vaccino non è ancora operativo e che doveva rivolgersi al privato. La spesa? Ottantatré euro a dose, da ripetere due volte per ogni figlia. Totale 498. Un milione delle vecchie lire. La donna ha ingoiato il rospo, ha fatto fare i vaccini ma con l’assistenza del patronato ha chiesto il rimborso al ministero della Salute.
“Si specula sulla salute, perché trattandosi di vaccinazioni strettamente consigliate un genitore accetta di pagare anche se single e con un lavoro precario”, ha commentato Giovanni Ripoli di Agitalia. Il quale poi parla di “discriminazione” in relazione al fatto che, come segnala il portale della Regione Lomabrdia, che l’antimeningococco B è gratuito solo per i nati a partire da gennaio 2017 o per i portatori di immunodeficienze congenite, trapianto di midollo, insufficienza renale e epatica cronica grave. Agitalia poi informa che tutti coloro che sono interessati a ricevere informazioni gratuite sulla azione collettiva contro il ministero della Salute per il rimborso del ticket delle vaccinazioni possono inviare una email ad agitalia@virgilio.it, allegando copia dell’avvenuto pagamento della prestazione sanitaria.
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