Le firme raccolte, in una settimana, sono quasi 3.900. Spopola sul web la pertizione con cui una mamma di tre figli, Valeria Parma, 36 anni e tre figli, chiede al ministero del Lavoro che alle mamme che lo richiedono venga concesso obbligatoriamente il part-time. 

lavoro, computer“Dopo dieci anni come dipendente presso un’azienda del mio territorio – scrive la donna – ho dovuto dimettermi perché non mi è stata concessa una riduzione dell’orario di lavoro. Il fatto di avere tre figli non mi permette più di poter stare fuori casa dieci ore tutti i giorni (otto ore effettive di lavoro, un’ora e mezza di pausa pranzo, mezz’ora circa di viaggio tra andata e ritorno) e purtroppo il mio non è un caso isolato, ma la norma. Per questo vorrei che in Italia l’essere madri non fosse più un privilegio ma un diritto”.

 

Secondo la prima firmataria In Italia la stragrande maggioranza delle aziende è carente rispetto alle politiche di conciliazione: “A colmare questa carenza dovrebbe essere lo Stato, con investimenti mirati. Invece purtroppo i dati parlano chiaro: il nostro Paese investe nella spesa pubblica per la famiglia un terzo in meno rispetto alla media europea. Il Jobs Act prevede che le madri lavoratrici, che si licenziano entro l’anno del figlio, abbiano diritto a percepire un assegno di disoccupazione per due anni. Perché non eliminare questo ‘diritto’ (che a mio avviso tanto diritto non è) e utilizzare quei soldi per concedere sgravi fiscali alle aziende pro part-time?”.