La malattia è grave, potenzialmente letale, ancora sconosciuta, non ha una cura certa, colpisce soprattutto i bambini e i casi sono in aumento. Tutte circostanze che stanno provocando una certa inquietudine tra i genitori statunitensi, ma, è bene premetterlo, si tratta pur sempre di una patologia rara. Si chiama mielite flaccida acuta e generalmente preceduta da febbre e difficoltà respiratorie e, all’improvviso, si manifesta con una debolezza muscolare che evolve rapidamente in gravi forme di paralisi, attaccando il cervello e il midollo spinale. I primi problemi si manifestano con il movimento degli arti, del viso, della lingua e degli occhi. Successivamente i pazienti non sono più in grado di di mantenere il controllo di vescica e intestino.
Secondo i media d’oltre Oceano, dal 2014 ad oggi sono stati 200 i bambini che negli Stati Uniti hanno contratto la mielite flaccida acuta, conosciuta con la sigla AFM e che, in parte, è simile alla poliomielite. Tra questi anche il piccolo Daniel Ramirez, 6 anni, morto lo scorso 30 ottobre all’ospedale di Seattle. Un paio di settimane prima aveva accusato difficoltà di parola, incontinenza, dolore a una gamba e vomito. Poi a situazione è precipitata: il bimbo ha avuto due ictus, il 21 e il 27 ottobre, e non si è più ripreso. I media statunitensi segnalano che la malattia è in aumento e che solo a Seattle vi sono 8 bambini ricoverati a causa della mielite. La scienza brancola nel buoi: non si conosce la causa della mielite: le ipotesi avanzate non danno certezze mentre vaccini, come per la polio, non ce ne sono.
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