Grignani vent’anni dopo: “I miei quattro figli? La mia àncora”

Aveva 23 anni, Gianluca Grignani, quando sul palco di Sanremo cantava “Destinazione Paradiso”. Oggi che ne ha 44, si prepara al ritorno live con due unici eventi in Italia dal titolo “Rock 2.0”, in programma per dicembre a Milano (l’1 dicembre, Alcatraz) e a Roma (il 3, Atlantico). Ma l’anteprima sarà questa sera alle 21 al Teatro Petrella di Longiano, a pochi mesi dall’uscita dell’album “Una strada in mezzo al cielo” (Sony Music Italy) in cui celebra i suoi primi vent’anni di attività con Ligabue, Carmen Consoli, Luca Carboni, Elisa.
Chi è il Grignani di “Destinazione Paradiso” e quello che sale oggi sul palco del Petrella? Sono più i tratti in comune o le differenze?
“È sempre quel ragazzino un po’ timido e insicuro salito sul palco di Sanremo con le canzoni che fino al giorno prima aveva suonato nella sua camera. Nel mio profondo ci sono ancora quelle sensazioni, anche se protette dai vent’anni di carriera che, bene o male, mi ha fortificato: non sarei qui, altrimenti. A fare da filo conduttore tra il Grignani di ieri e quello di oggi sono la capacità e il bisogno di scrivere: la musica resta la mia forza”.
Qual era l’ispirazione più comune, allora, per scrivere canzoni? E quella attuale?
“Nel corso del tempo sono passato da un esistenzialismo personale a uno ‘sociale’. L’ispirazione è sempre quello che vivo e provo ma crescendo mi è venuto sempre più naturale parlare della società, che poi è un prolungamento di noi stessi. ‘Liberi di sognare’, ‘Uguali e diversi’, la stessa ‘Sogni Infrantiì che ho portato a Sanremo due anni fa ne sono un esempio”.

Gianluca Grignani
Gianluca Grignani

Come si descriverebbe, come papà? In che modo i figli hanno cambiato lo sguardo sul mondo e quindi anche il modo di fare musica?
“Adoro i miei ‘quattro diamanti più splendenti che nel buio fanno luce’, come li definisco in una mia canzone. Non hanno cambiato il mio modo di fare musica ma sono la mia àncora costante sulla realtà: i miei pensieri il mio amore vanno sempre a loro”.
Manderebbe mai uno dei suoi figli, se volesse emergere nella musica, a un talent?
“Per ora nessuno dei miei figli è interessato alla musica, tantomeno ad apparire: questo mi rende felice. I talent sono una bella opportunità ma non bisogna avere troppe aspettative perché la delusione può essere molto pericolosa sé malvestita”.
Il digitale e le tecnologie, citate anche nel titolo del suo ritorno, hanno fatto un favore o un dispetto alla musica dei cantautori?
“La tecnologia va avanti e ha cambiato il modo di fruire la musica. Ma non siamo stati pronti ad affrontare questo grande cambiamento che sta rivoluzionando il mercato”.
Quali sono le emozioni principali della vigilia?
“Sono molto orgoglioso e contento di come stanno venendo le prove qui a Longiano al teatro Petrella. Sarà un grande spettacolo e spero che piaccia al mio pubblico”.

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