Pronto soccorso, il medico è stanco e non visita la paziente

pronto soccorso incidenteEra stanco. Alle 3 di notte aveva finito di visitare l’ultimo paziente ma un’oretta più tardi al pronto soccorso si è presentata un’anziana che lamentava un forte dolore ad un braccio per una caduta accidentale in bagno. Il medico non l’ha visitata, ha fatto dire alla signora che si era messo da poco a riposare, ha consigliato un antidolorifico e di ripassare dopo le 8 del mattino per le radiografie. Quando lui non sarebbe stato più di turno. La vicenda, che si è verificata a Gemona del Friuli, ha avuto l’epilogo nei giorni scorsi con la sentenza numero 40753 del 29 settembre 2016 emessa dalla Corte di Cassazione: il medico è stato condannato per rifiuto di atti di ufficio, reato previsto dall’articolo 328 del codice penale.

A nulla è servita la difesa degli avvocati del medico i quali hanno obiettato che si trattava di un codice verde e il ritardo non ha provocato l’aggravamento delle condizioni di salute della paziente: visitata il mattino successivo, alla donna è stata diagnosticata la frattura scomposta dell’omero sinistro e operata nel giro di 24 ore. Il medico, tuttavia, non aveva altre urgenze, anzi non aveva proprio altri impegni quella notte, e la donna lamentava un dolore che in una scala di intensità da 1 a 10 era classificabile come 9. Per la Cassazione tale comportamento non può reputarsi un legittimo esercizio della discrezionalità del sanitario: avrebbe dovuto verificare la gravità della situazione lamentata dal paziente e, comunque, formulare una diagnosi precisa.

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