“La tua amica di m…a, la testa non se la ritrova”. “Non voglio che metti i carabinieri di mezzo perché vengo a casa tua e ti ammazzo nel vero senso della parola”. E poi ancora: “Non ho il coraggio di toccarti?” E giù schiaffi.
Un video difficile da vedersi per chiunque abbia figli. Eppure è l’ennesimo atto di bullismo perpetrato sotto gli occhi di spettatori che invece di intervenire per fare qualcosa se ne sono fregati. Qualcuno impegnato ad incitare l’aggressiva ragazzetta, qualcun altro a riprendere tutto con il cellulare. Sta di fatto che se la bulla voleva l’effetto omertà, pensando con quattro schiaffi di vincere anche sul real time dei social network, ha fatto male i conti. In poco tempo infatti il video ha registrato 4 milioni di visualizzazioni (con la faccia delle ragazze bene in vista) e quasi 80.000 condivisioni.
Se noi per questione di privacy dobbiamo riportare scene dove i protagonisti non sono riconoscibili, su Facebook gira invece il video integrale.
L’episodio è accaduto a Muravera, provincia nel Sud della Sardegna. Alla base di una lite una foto postata dalla vittima che ritraeva la bulla.
L’Unione sarda ha reso noto che i carabinieri del Comando Provinciale di Cagliari hanno aperto un’indagine coordinata dalla Procura presso il Tribunale dei Minori. Sono stati identificati alcuni protagonisti dell’episodio e si sta cercando di risalire al luogo e all’ora precisi.
Sul profilo social di chi ha postato il video per la prima volta è spiegato: “Mi stupisco di come le persone presenti non abbiamo avuto neanche il coraggio di intervenire. Rimango veramente allibita dall’ignoranza di certi elementi che sfortunatamente nel 2016 esistono ancora. Certi avvenimenti dovrebbero essere immediatamente segnalati al fine di tutelare i diritti della ragazza vittima di bullismo. Le minacce e gli insulti non sono bastati. La “bulla” ha avuto la necessità di alzare le mani. …Con questo vorrei invitare la ragazza e le persone presenti a riflettere e a provare vergogna per il loro stesso comportamento. Spero che vengano presi adeguati provvedimenti! Il video non l’ho fatto io”.
La bulla ha chiuso il suo profilo Facebook mentre la vittima ha ringraziato per i commenti e il sostegno ricevuto.
Come genitori, torniamo ancora una volta a chiederci: cos’altro deve accadere prima che qualcuno si renda conto che sul bullismo è ora davvero di correre ai ripari con pene esemplari?
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