Ma dove corrono tutti? Lo avete notato? Al ritorno dalle vacanze la vita è, inevitabilmente, più frenetica e tanti, troppi, sfogano le proprie frustrazioni, cercando di placare la nevrosi e compensare i ritardi pigiando sull’acceleratore. Forse qualcuno non ha passato buone vacanze: chissà, l’operatore turistico gli ha tirato il pacco, oppure ha mangiato da schifo o ha fatto poco sesso. O, forse, in ferie non ci è andato affatto. Altri magari sono già stressati dal vedersi davanti mesi di lavoro, problemi, tasse, obblighi e via dicendo.
Sta di fatto che le strade in questi giorni sono piene di pazzi al volante. Più del solito (gli italiani sono tra gli europei più indisciplinati alla guida e il numero dei morti in incidenti stradali all’anno è secondo solo a quello della Francia). Danno tutti di gas, come si dice in Romagna. Dall’insospettabile pensionata con la Fiat Uno arrugginita al manager col Suv da 150mila euri, dalla mamma con il monovolume al giovanotto testosteronico con la macchinetta sportiva.
Prendete Ravenna, ad esempio. Abbiamo notato che le auto rombano appena c’è un po’ di strada libera e dritta, come in viale Randi, in via San Gaetanino, in via Canale Molinetto. Non solo, si registrano acrobazie anche nelle viuzze dei borghi, San Biagio e San Rocco. Se poi qualcuno va un po’ più piano della media il rischio è che stia dando la caccia a qualche Pokemon o comunque spippolando sul telefonino.
I rischi, quasi superfluo ricordarlo, sono soprattutto per i cosiddetti utenti deboli della strada: pedoni e ciclisti, anziani, bambini, mamme con passeggini. La legge della giungla automobilistica penalizza soprattutto loro. D’altronde, basta scorrere le cronache per rendersi conto di quanti incidenti accadano ogni giorno in Romagna, alcuni dalle modalità apparentemente inspiegabili: auto che escono di strada in tratti rettilinei, scontri in punti dove basta un minimo di attenzione per evitare qualsiasi problema e così via.
Molto sommessamente vorremmo ricordare a tutti questi ‘fenomeni’ del volante che tra qualche giorno aprono le scuole e che sarebbe il caso che si dessero una regolata soprattutto in considerazione del fatto che il limite nella gran parte delle zone cittadine è di 30 all’ora e non 50 (in ogni caso non verrebbe rispettato neanche quest’ultimo). Trenta! Non cinquanta, Capito? A quella velocità di solito c’è il tempo di frenare anche di fronte ad un ostacolo imprevisto tipo un bambino che attraversa la strada (nessuno ha figli? nipoti?), non si arricchisce il carrozziere, si evita di inquinare il pianeta e ci si gode la vita e il paesaggio. In Europa le cosiddette zone 30 di solito sono rispettate (come al solito i paragoni internazionali su questi argomenti sono imbarazzanti ma tant’è) e apprezzate perché hanno portato vantaggi concreti: tanto per citare l’esempio più clamoroso, a Londra, tra il 1986 e il 2006, nelle zone 20 (20 miglia orarie equivalgono a circa 32 km/h) si è registrata una diminuzione del 42% del numero totale di incidenti e del 46% di quelli che hanno provocato morti o feriti gravi.
In Russia invece ultimamente hanno trovato un singolare espediente per far alzare il piede dall’acceleratore: hanno messo a bordo strada alcune belle ragazze seminude con cartelli stradali che ricordano la velocità massima consentita (vedi foto). Provvedimento discutibile ed episodico ma almeno, anche loro, ci provano. Tornando a noi, è consigliatissimo anche un bel kit vivavoce per il telefonino, costa meno di una multa. Poi se si decide di muoversi in bicicletta è anche meglio.
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