Ai bambini non aveva torto un capello. L’unica cosa che le si poteva rimproverare in presenza dei piccoli è che alzava la voce un po’ troppo spesso. Nient’altro, a quanto pare. Ma quando arrivava a casa e dismetteva i suoi panni di educatrice di asilo nido, si lasciava andare a giudizi considerati molto pesanti proprio sui bimbi, al punto che qualche genitore si era allarmato e il suo datore di lavoro, la coop Cadiai di Bologna, l’ha licenziata. La lavoratrice è passata alle vie legali ma è stata sconfitta: per il giudice il licenziamento è avvenuto per giusta causa.
La vicenda, così come viene raccontata dal Corriere di Bologna, è cominciata circa un anno fa quando i genitori di alcuni bambini avevano segnalato alla direzione dell’asilo diversi post dell’educatrice, sintomo di una certa insofferenza per il proprio lavoro, per il contatto quotidiano con i piccoli. In sostanza la donna su Facebook si ‘sfogava’ contro i piccoli. La Cadiai, una delle cooperative sociali di Bologna che gestisce asili nido in convenzione con il Comune, ha valutato che era venuto a mancare il vincolo di fiducia: le frasi potevano causare un danno di immagine alla coop stessa nonché ansie e preoccupazioni nei genitori. Una tesi che è stata accolta dal giudice con una sentenza che in questo campo (quello dell’educazione) molto probabilmente è destinata a costituire un precedente: per licenziare un dipendente non è necessario che vi siano maltrattamenti sui bambini (e le loro prove).
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