
In 200mila famiglie italiane in cui i coniugi hanno tra i 25 e i 64 anni, secondo l’Istat l’uomo è senza lavoro e la donna è occupata. Una situazione che, dal 2014 al 2015, è aumentata del 4,2%. Nella maggior parte dei casi (114mila famiglie), mentre lui resta a casa, lei è full-time.
Tra chi ha vissuto, di recente, qualcosa di simile, c’è il 34enne Matteo, di Mezzano. Padre di una bambina di tre, dopo quasi un decennio in una multinazionale con sede in provincia di Ravenna come tecnico elettronico, nel marzo del 2015 è rimasto a casa: “La botta è stata forte, soprattutto perché avevo un buon contratto, un ottimo stipendio e il settore non dava segnali di crisi. Quando la mattina la mia compagna, che fa l’analista in laboratorio, usciva per andare al lavoro, io ero come senza punti di riferimento“. Ma Matteo non si è pianto addosso, mosso anche dalla convinzione che la vita non coincide con il proprio mestiere: “Ho deciso di declinare quel vuoto in positivo, di mettermi studiare e di trasformare la mia passione per la fotografia per la grafica in un lavoro. Dopo cinque mesi ho aperto la partita Iva e oggi sto cercando di aprirmi una nuova strada”.
Simile la storia di Dario Benati, 32enne faentino: da oltre un anno, quando l’azienda in cui era stato assunto come magazziniere non gli ha rinnovato il contratto, è disoccupato. Una condizione che lo ha spronato a occuparsi ancora di più delle mansioni domestiche e della figlia di nove anni: “Sono sempre stato abituato a collaborare con la mia compagna e a suddividere con lei il ménage familiare. Certo è che ritrovarsi da un giorno all’altro con le mani in mano e dover vivere con uno stipendio solo non è facile“. Benati, ancora a caccia di un lavoro dopo la fine dell’indennità di disoccupazione, ha saputo cogliere il bello della sua disavventura: “Mi sono dedicato moltissimo a mia figlia, che mi implora di rimanere a casa ancora un po’ per stare con lei. Ma la paura per il futuro comincia a farsi sentire in modo un po’ troppo forte. Per il resto, non ho mai vissuto come un complesso l’idea che, a provvedere economicamente alla famiglia, fosse la mia compagna”.
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta