“Vogliamo essere lasciati in pace, vivere il nostro dolore in tranquillità”. Rita Lanzon è la mamma di Federica De Luca, la 29enne uccisa dal marito Luigi Alfarano lo scorso 7 giugno a Taranto. Omicidio al quale a fatto seguito quello del piccolo Andrea, figlio della coppia, che avrebbe compiuto quattro anni il prossimo agosto. Un massacro conclusosi con il suicidio dell’uomo, il 50enne dipendente dell’Associazione nazionale tumori. Dopo che il papà di Federica, Enzo, ci ha raccontato i retroscena della terribile storia, ora è la mamma a voler lanciare un messaggio.
Un messaggio rivolto prima di tutto alla consuocera Maria Letizia Zavatta, che era presidente dell’Ant al momento del delitto e che le ha chiesto di far celebrare una messa in ricordo di Federica, Andrea e Luigi, unendo le due famiglie. Una richiesta che, secondo Rita, è abominevole e inaccettabile, anche alla luce della celebrazione del funerale di Alfarano, durante il quale il sacerdote lo ha di fatto scagionato da ogni colpa, assegnandogli un posto in paradiso. Fatto che, in tutta la città, ha creato grande indignazione. Indignazione che aumenterebbe a dismisura, secondo la mamma di Federica, se venisse organizzata una messa “unificata”.
“In maniera informale il nostro avvocato ha chiamato la madre di Luigi – racconta Rita Lanzon – per farle sapere che non è il caso. Io dico: che ognuno si faccia le sue messe. Io e mio marito, insieme ad amici e parenti, siamo qui a gestire una disperazione più grande di noi e ci troviamo a dover ascoltare richieste assurde, come questa. Siamo molto perplessi da certi atteggiamenti, compreso quello dell’Ant, che non ci ha mandato alcun messaggio di condoglianze e che ha fatto sapere di essere parte lesa in questa storia. Sapeste noi, quanto siamo parte lese: noi che siamo qui a piangere nostra figlia e nostro nipote. Noi che qualche giorno fa siamo dovuti tornare nella villa dove Andrea è stato ucciso, per riprendere i suoi giocattoli. Un poliziotto non ha avuto il coraggio di salire al primo piano, dove è avvenuto l’omicidio. Gli sono bastate quelle macchie di sangue nel garage”.
Quello che chiede Rita, ora, è rispetto: “La madre di Luigi non ha portato nemmeno un fiore sulla tomba del piccolo Andrea. E ora ci viene a chiedere di salvare le apparenze e l’immagine di suo figlio. No, non ci stiamo. Siamo una famiglia umile, che vive di cose concrete, lontano dalla superficialità. Una messa insieme, oltre a non stare né in cielo né in terra, creerebbe secondo noi anche problemi di ordine pubblico in città”.
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