“Mi è partito un embolo”. E massacra la ex

fiore, lutto, femminicidioStavano insieme da anni. Si erano lasciati e poi ripresi e di nuovo lasciati e ancora ripresi. Ultimamente convivevano ed avevano in progetto di sposarsi. Poi la rottura e ognuno per i fatti suoi, per l’ennesima volta. Ieri pomeriggio l’ultimo litigio e la tragedia. Lui, che aveva convinto la ex ad un chiarimento nella casa in cui avrebbero dovuto vivere come marito e moglie, prende un coltello da cucina, la insegue e, insensibile alle urla e alle richieste di pietà, la massacra. La colpisce decine di volte, si accanisce su quel povero corpo senza vita. Così Arturo Saraceno, operaio di 33 anni originario di Potenza, ha ucciso la fidanzata Debora Fuso, di 25. L’omicidio è avvenuto a Magnago, in provincia di Milano.

Infine la confessione. Questo tizio che su Facebook si era fatto ritrarre in pose da bulletto vicino a moto di grossa cilindrata, secondo la versione fornita dai media locali, avrebbe detto: “Mi è partito un embolo”. Una frase agghiacciante quasi quanto il gesto. Uno spegne una vita umana, una ragazza nel fiore degli anni amata (si presume) fino a qualche momento prima e non trova di meglio che dire “mi è partito un embolo” come in una banale rissa da bar? Scherziamo, vero?

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