La scenata alla cassa. E gli esperti di capricci non hanno mai figli

capricciLa scenata parte all’improvviso, senza un motivo apparentemente valido.
Finché accade a casa, ognuno applica i metodi che ha ereditato dai genitori, nonni, avi.
Il problema è quando sei fuori.
Tuo figlio sceglie luoghi affollati e pieni zeppi di benpensanti.
Il suo preferito è la cassa del supermercato.

Tu sei completamente concentrato sull’imbustamento, sei in preda all’ansia perché il beep e il nastro corrono più forte del tuo braccio. La caciotta no altrimenti si schiaccia, le uova per carità, le banane no che si ammaccano. Busta vuota, nastro pieno, gente che borbotta. Ecco proprio in quel momento, lui inizia a gridare, piangere, urlare. Butta i piedi dove capita e agita le mani disperato. Il tuo respiro si fa corto, la fronte si imperla si sudore, il collo avvampa.

Adesso che faccio, ti ripeti.
Cosa avrebbe fatto Lei, ti chiedi.
Devi decidere in pochi istanti, perché tutti vogliono vedere cosa fai tu.
Decidi di abbassarti e provare a parlargli. La pedagogista alla cassa di fianco (ce n’è sempre una) annuisce soddisfatta.
I più anziani aggrottano la fronte.
Tesoro, cosa è successo, alzati. Provi a consolarlo.
Lui si dimena e ti colpisce in pieno volto.

Intanto il beep e il nastro continuano la loro corsa.
Lo tiri su di peso e lo sgridi a voce alta.
Questo non si fa, devi fare il bravo, ti guardano tutti.
Sì, infatti, vi stanno tutti guardando.

Voglio le caramelle, ti dice in lacrime.
Forse transare è la soluzione migliore.
Ne prendi un pacchetto alla fragola e gliele dai. Le butta in terra perché vuole quelle all’arancia.
Continua a piangere. Ai miei tempi si risolveva tutto con una bella sculacciata, ti senti dire. Tu gli prendi quelle all’arancia. Poi imbusti come viene. Caciotta, banane e uova in fondo.

Paghi e provi a guadagnare l’uscita. Ti ferma una donna sulla quarantina. Perché piange, perché ha fatto quella scenata, perché hai ceduto, ti chiede. Non sai che poi lui se ne approfitta, non sai che le caramelle fanno male, non sai che era meglio lasciarlo per terra a sfogarsi, incalza.

Scusa ma tu quanti figli hai, ribatti.
Nessuno, non ho tempo né pazienza.

http://papaconlaccento.it/

In questo articolo ci sono 2 commenti

Commenti:

  1. Ho tre figli…24 anni di esperienza come tata… E questa cosa alla cassa o al supermercato non mi r mai successa…e curavo anche tre bimbi insieme….

    1. Donatella sei bravissima!!
      Io sono papà di Giorgia e Davide due bimbi meravigliosi, 6 e 8 anni… scenate con i miei figli non ne ho vissute tante (ma qualcuna si) … Io ero molto poco tollerante in passato, prima di diventare papà, quando vedevo i figli altrui ero uno di quelli che puntava il dito in fretta…. poi mi sono accorto di quanto sia difficile fare il genitore. Non lo insegna nessuno, e ti ritrovi da un giorno all’altro in un ruolo completamente nuovo… E per quanto tu ti consideri pronto, non lo sei mai fino in fondo.
      La vita prende il sopravvento in fretta… le routine, il lavoro, la casa, le bollette… e visto che non siamo tutti “Tata Lucia” gli errori sono dietro l’angolo che ti aspettano e un sacco di persone sono li pronte a farteli notare…
      Attenzione, non sto giustificando gli errori di tanti… troppi genitori che oramai fanno i figli più per moda che per altro… poi li dimenticano in giro perché non possono perdersi l’aperitivo di turno… dico solo che essere genitori e tutt’altro che facile e prima di criticare bisognerebbe pensarci due volte.
      perlomeno…Io la penso così.

Commenta

g