Cane ucciso da due ragazzini: il linciaggio pubblico proprio no

cane al parco“Piccoli criminali”. “Ma che genitori hanno ‘sti ragazzini orribili?”. “Maledetti bastardi”. “Delinquenti”. “Tristezza per quei genitori che hanno cresciuto delle bestie”. “Fate schifo”. “A due così toccherebbe ben altro che la galera”.

Ora, noi abbiamo massimo rispetto per i padroni di Lessie, il cagnolino ucciso l’altro giorno nel cortile di casa, a Ravenna, da una sedia di ferro lanciata probabilmente da due ragazzini di 11/12 anni. Il linciaggio pubblico sul web nei confronti dei due responsabili, però, proprio non lo capiamo. E non si tratta certo di giustificare il loro gesto, riparandoli sotto il classico “poverini” che salva le coscienze di tutti, soprattutto di chi li dovrebbe educare (genitori, scuola) o magari già lo fa.

Si tratta, invece, di riportare la calma attorno alla vicenda. Uno, perché non si possono massacrare a parole due minori di cui, tra l’altro, non si conosce nulla, se non l’età plausibile. Due, perché Internet, da meraviglioso strumento, non può diventare il patibolo nel quale condannare persone senza nome, uno spazio disposizione di tutti per vomitare insulti e inscenare processi.

Bruno Moroni, presidente di Arcigay, ieri sera durante una serata sul tema del bullismo faceva notare: “La folla che ha paura mi fa paura. Credo che invocare botte, frustate e una morte atroce per due dodicenni, per quanto grave e condannabile sia stato il loro comportamento, sia davvero troppo. Una guerra tra poveri in cui gli istinti fanno da padrone”.

Nessuno dice che sia stato un bel gesto uccidere un cane, per carità. Ma davvero siamo tutti così esperti di educazione e adolescenza? Davvero siamo così certi che quei due ragazzini non abbiamo una mamma e un papà – magari anche degli insegnanti – che stanno cercando di far capire loro come si sta al mondo? Davvero nessuno di noi, da adolescente, ha fatto bravate di cui, da grande, si è tremendamente vergognato? Siamo stati tutti ragazzini e ragazzine candidi e dall’ineccepibile comportamento?

In questo articolo ci sono 8 commenti

Commenti:

  1. Certamente non si vuole linciare nessuno, ma ovviamente neppure i cani.
    Se l’indignazione monta (una volta tanto…) per l’uccisione di un essere senziente non umano, non mi starei a preoccupare di spegnerla o di ridimensionarla.
    Se non si conosce neppure l’identità degli autori è chiaro che quello che si condanna è il gesto, chiunque lo abbia commesso.
    Quello che deve passare è che uccidere e/o seviziare un animale è vergognoso sempre e comunque.
    SIAMO tutti animali, non c’è il rischio che lo “diventiamo” con le guerre tra poveri, e dovremmo avere TUTTI pari dignita’.
    Come la penserebbe se la vittima di questa “bravata”, come lei la definisce, fosse un suo congiunto umano?

    1. Fosse stato mio figlio, la punizione sarebbe stata molto forte, perché non si può pensare di provocare molto dolore a delle persone e passarla liscia. Ogni azione genera delle responsabilità e a 11/12 anni lo si deve capire, non stiamo parlando di neonati.

  2. Sara’ perche’ sono solo un papa’ e non una mamma, sara’ perche’ tra millle difficolta’ sono riuscito ad educare un figlio ormai grande che mai e poi mai si sognerebbe di fare un affronto simile a una qualsiasi creatura, sara’ che condanno sempre ogni forma di violenza, che leggendo questo articolo ala parola “bravata” mi e’ venuto un brivido lungo la schiena, citando un esponente del mondo omosessuale che fa dell’amore la propria bandiera e mi ci faccia pensare… no, da adolescente, non sono diventato un assassino.
    Non si e’ assassini nell’adolescenza, lo si diventa per tutta la vita, con la fortuna, forse, che preso il problema in eta’ evolutiva il difetto di empatia o peggio, il gusto di uccidere deliberatamente e a sangue freddo vittime indifese, in qualche modo spero con tutto il cuore si possa risolvere.
    Pur frequentando il web quotidianamente ed essendo iscritto a numerose liste animaliste per l’attivita’ di recupero di cani maltrattati, non ho che sporadici commenti nella massa di chi si raccomandava invece, che fossero assicurati alla giustizia, sempre che ne esista ancora una.
    Cito anch’io qualcosa che ha sempre guidato la mia genitorialita’ nella giusta direzione: “per insegnare occorre sapere, per educare si deve essere”

  3. Mai ucciso un cane nella mia adolescenza e nemmeno mio figlio, a cui ho insegnato l’amore per la vita, in tutte le sue sfumature. Mi sembrano riduttive e poco rispettose le sue ultime parole. La vita di un cane vale come la vita d qualsiasi essere vivente e dentro ci metto anche la vita dell’uomo. Perché se due ragazzini di 11/12 anni hanno il fegato di uccidere a freddo un cagnolino indifeso, da grande avranno le potenzialità di poter essere dei serial killer.

  4. Bravata? Uccidere un animale non è una bravata! Una bravata e’ lanciare palloncini pieni d’acqua da un balcone! A me due ragazzini di 11/12 anni che fanno una cosa del genere fanno paura per quello che potrebbero diventare da grandi. A 11/12 anni si dovrebbe aver raggiunto un livello di empatia che non consenta di compiere azioni del genere, il fatto che questo non sia successo lo trovo davvero preoccupante. Tutti da ragazzi fanno stupidaggini delle quali poi ci si vergogna ma uccidere un animale non è una stupidaggine da ragazzini e’ il preludio a una patologia.

  5. Quando da ragazzina ho fatto le mie stupidaggini (ben lontane dall’UCCIDERE qualcuno) il linciaggio pubblico me l’hanno fatto i miei genitori. Adesso invece ci si preoccupa persino di proteggere chi si macchia di crimini simili, ci mancava pure la giornalista…. questi ragazzini disagiati dovrebbero invece poter leggere tutto ciò che -a ragione- si pensa di loro, nella speranza che la vergogna li formi.

  6. Terribile, è il commento univoco a tutta la vicenda. Prima di tutto al fatto: due ragazzini che non riescono a valutare l’impatto del loro gesto ed uccidono un essere vivente, o peggio che lo compiono per vedere cosa succede, chissà. Secondo i commenti online, tutti leoni, tutti a giudicare i genitori e la scuola. Terzo, questo articolo. Se posso condividere che la gogna dei commenti online è deprecabile (ma usuale costume italiano), direi che la stessa autrice dell’articolo sminuisce l’accaduto, non è una bravata, né “qualcosa di cui vergognarsi terribilmente da adulti”, è un atto deliberato che implica la mancanza si empatia e rispetto per la vita. Chissà cosa provano ora quei ragazzini e i loro genitori e cari, non vorrei mai essere nei loro panni. Non sono madre, questo sicuramente influisce, ma visti i fatti, mi preoccuperei più di come evitare che accada di nuovo, più di ridimensionare la gogna mediatica. Sarebbe più pratico, le farebbe più onore (all’autrice) e le eviterebbe il compito di aggiungere polemiche quando avrebbe potuto aiutare a provare empatia per i ragazzi e i genitori di questi ragazzi che, loro malgrado, si trovano lapidati da migliaia di commenti (quest’ultima parte non è sarcastica, ma un semplice spunto, sia schiaro).

  7. mi piacerebbe chiedere al sig. Moroni : se invece di un cane fosse stato linciato un omosessuale, sarebbe ancora così “magnanimo” con i colpevoli ? sarebbe stata solo una bravata?…”

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