Finalmente l’omicidio stradale è un reato; alla fine lo Stato ha trovato una maniera per punire più severamente i pirati della strada, gli sciagurati che ignorano i limiti della velocità, le regole di prudenza e le più elementari norme della convivenza civile, mettendo a rischio soprattutto i più deboli: pedoni e ciclisti, non di rado anziani donne e bambini.
Il testo è stato approvato ieri dal Senato con 149 voti a favore, 3 contrari e 15 astenuti. Ventisette anni adesso sono la pena massima prevista per chi guidando in stato di ebbrezza (con grado alcolemico superiore a 1,5) o sotto l’effetto di droghe uccide più di una persona e si dà anche alla fuga. Se invece la vittima è una, il colpevole rischia da 8 a 12 anni di carcere, che diventano 18 se fugge dalla scena dell’omicidio. Per quanto riguarda la patente, il ddl prevede la revoca da 15 a 30 anni dopo la condanna definitiva.
Anche per le lesioni le pene sono inasprite se chi guida è ubriaco o drogato: da 3 a 5 anni per lesioni gravi e da 4 a 7 per quelle gravissime. Se comunque ha bevuto (soglia 0,8 g/l) o l’incidente è causato da manovre pericolose scatta la reclusione da un anno e 6 mesi a 3 anni per lesioni gravi e da 2 a 4 anni per le gravissime. Sono previsti il raddoppio dei termini di prescrizione e l’arresto obbligatorio in flagranza nel caso più grave (stato di ebbrezza per alcol e droga). Negli altri casi l’arresto è facoltativo. La pena è invece diminuita fino alla metà quando l’incidente è avvenuto anche per colpa della vittima.
Le associazioni “Lorenzo Guarnieri”, Asaps (Associazione amici sostenitori della polizia stradale) e “Gabriele Borgogni” esprimono soddisfazione: “Il termine appropriato del nostro sentimento sarebbe di entusiasmo per l’approvazione della legge sull’omicidio stradale dopo quattro anni dalla prima raccolta delle firme da parte delle nostre associazioni. – dichiara Giordano Biserni, presidente Asaps -. Ma mettiamo al bando i trionfi e ci limitiamo ad esprimere un più sobrio sentimento di viva soddisfazione per questa legge che rivoluziona totalmente il peso delle responsabilità a carico di quanti uccidono sulla strada dopo aver commesso alcune violazioni gravi, prime fra tutte gli abusi di alcol e droga. Finalmente si passa dalla certezza dell’impunità alla quasi certezza della sanzione penale”.
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