Si chiama Muro della gentilezza e da lontano assomiglia a un banale filo con tanti panni stesi. In realtà gli indumenti sono (in genere) appesi ma asciutti e a disposizione di chi ne ha bisogno. L’iniziativa è partita in Iran qualche mese fa (il primo è stato istituito nella città di Mashad) ma ben presto ha contagiato anche la società occidentale. Si tratta di un modo originale e concreto per aiutare chi ha bisogno con abiti caldi, specie in un periodo come questo in cui il clima rigido mette a repentaglio la vita dei senzatetto e delle persone meno abbienti in genere.
In Emilia-Romagna uno dei primi “Wall of kindness” è stato a Parma: all’insegna del motto “Se non hai bisogno lascialo, se ti serve prendilo” qualche settimana fa alcuni anonimi hanno lasciato indumenti e generi alimentari sotto i portici di via D’Azeglio, in centro storico, ma la polizia municipale ha sgomberato tutto nel giro di poche ore perché l’iniziativa era contro la legge. Comprensibili e aspre le polemiche che sono seguite, al punto da scatenare una petizione.
Nei giorni scorsi, sempre a Parma, è comparso un nuovo “Muro delle gentilezza” nel quartiere popolare dell’Oltretorrente. La speranza è che stavolta l’iniziativa solidale non venga stroncata da qualche burocrate troppo fiscale.
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