A happy young mother is laying on the bed with her three young children, two wild boys and a newborn baby girl, as their pet dog sits by.

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin lancia un appello via Facebook alle donne del Parlamento, impegnate nella discussione e nel voto sul ddl Cirinnà (quello sulle unioni civili e sulle relative conseguenze come la cosiddetta stepchlid adoption). A proposito della “legittimazione dell’utero in affitto e dell’eterologa”, l’esponente svezzata alla scuola politica dei vari partiti e raggruppamenti di Silvio Berlusconi, rende noto: “Siamo nell’ultraprostituzione, e senza ipocrisia va denunciato ogni tentativo di regolamentazione che, in un regime di negoziazione del prezzo della gestazione e della vita stessa della mamma e del bambino, sarebbe illusoria”.

L’ex enfant prodige di Forza Italia chiarisce che “tutto questo non ha nulla a che fare con il riconoscimento, giusto per me, delle unioni civili e del rispetto per le coppie omosessuali. In gioco ci sono i diritti dei bambini che ancora devono nascere ad avere una madre e un padre, e i diritti delle donne che in questo nostro tempo impazzito sembrano essere regrediti perché evidentemente abbiamo dimenticato le battaglie delle nostre madri”. Poi la metafora culinaria: “Il corpo della donna non è un forno, che si accende per far cuocere una torta; la torta di un altro, che quando la torta è cresciuta al punto giusto, spegne il forno, prende la torta e la porta via. In tutto il mondo c’è un’antica battaglia da proseguire contro la mercificazione del corpo delle donne e dei bambini. L’incubo peggiore per una donna è vedersi strappare il figlio appena partorito”. Il ministro comunque si dice fiducioso: “La soluzione noi donne di buon senso la troveremo”.