Lo Zika virus è arrivato anche alle nostre latitudini. Dopo l’epidemia in Sud America, si è verificato qualche isolato caso anche nel Vecchio continente di cui quattro in Italia, come spiega all’Ansa Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani. Si è trattato di persone di ritorno dal Brasile la scorsa primavera: tre sono state curate a Roma e una a Firenze e attualmente stanno bene.
Al tempo stesso anche il servizio sanitario britannico ha annunciato che “dall’inizio di gennaio 2016 tre viaggiatori provenienti dalla Colombia, dal Suriname e dalla Guyana sono stati infettati” e altri due casi sono registrati in Catalogna.
Lo Zika virus è trasmesso dalle zanzare e non è possibile il contagio da persona a persona; nel 25% dei casi è asintomatico mentre nei restanti provoca febbricola, eruzioni cutanee, dolori articolari e arrossamento degli occhi. Una specie di influenza che però può avere serie conseguenze per le donne in gravidanza. Al punto da essere considerato responsabile di gravi malformazioni nei neonati: negli ultimi mesi in Brasile la nascita di circa 3500 bambini con microcefalia è messa in relazione proprio con l’epidemia dello Zika virus. Al punto anche da far lanciare un singolare appello al governo colombiano: “Donne, evitate di rimanere incinta per i prossimi sei mesi”, hanno detto le autorità sanitarie nei giorni scorsi.
Gli Stati Uniti invece hanno consigliato alle donne incinta di evitare viaggi in 14 Nazioni: Brasile, Colombia, El Salvador, Guiana francese, Guatemala, Haiti, Honduras, Martinica, Messico, Panama, Paraguay, Puerto Rico, Suriname e Venezuela. La maniera migliore per evitare il deflagrare dell’epidemia è fare prevenzione e quindi la disinfestazione contro le zanzare mentre i soggetti colpiti da Zika virus dovrebbero vivere un breve periodo in isolamento. Al momento non vi è alcun vaccino e i tempi, fanno sapere gli esperti, sembrano decisamente lunghi per averne uno.
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