Si chiama Zika virus, è trasmesso dalle zanzare, ed è una malattia tropicale come febbre gialla, dengue e virus del Nilo. Le epidemie non hanno esiti letali per gli adulti ma sono pericolosissime per le donne incinta: se la madre è colpita dallo Zika virus, i bambini che portano in grembo potrebbero avere gravi malformazioni, la più frequente delle quali è la microcefalia: la testa piccola e un cervello meno sviluppato.
In questo momento c’è un intero continente nel panico per il virus Zika e, come si potrebbe pensare, non è l’Africa dove il virus fu isolato per la prima volta nel 1947, ma il Sud America. Al punto che ieri il governo colombiano ha chiesto a tutte le coppie del Paese di evitare di concepire bambini per sei mesi. “Donne, non restate incinta”, questo il disperato messaggio, segno che le autorità non sanno più che pesci prendere. Lo Zika si sta espandendo a macchia d’olio e le autorità sanitarie stimano che possa colpire fino a 650mila persone, a fronte dei 13mila casi già identificati.
Non esiste alcun trattamento antivirale specifico per la malattia da virus Zika se non il riposo e qualche analgesico e antipiretico ma per evitare l’aggravarsi dell’epidemia i soggetti colpiti dovrebbero vivere in isolamento, una condizione resa ancor più difficile dalla asintomaticità di molti casi e dalle facilità delle comunicazioni della società moderna. Così tutto il Sud America è alle prese con questo problema che potrebbe determinare, nelle ipotesi più pessimistiche, la nascita di centinaia di migliaia di bambini deformi.
Da ottobre in Brasile i bambini venuti alla luce con microcefalia sono circa 3500 mentre gli Stati Uniti hanno consigliato alle donne incinta di evitare viaggi in 14 Nazioni: Brasile, Colombia, El Salvador, Guiana francese, Guatemala, Haiti, Honduras, Martinica, Messico, Panama, Paraguay, Puerto Rico, Suriname e Venezuela. Pochi giorni fa il New York Times ha reso noto il primo caso di microcefalia in un neonato statunitense, la cui madre prima del parto ha vissuto in Brasile. Al momento le autorità sanitarie italiane non hanno preso una posizione ufficiale e non c’è alcun pericolo di epidemie ma è fortemente sconsigliato alle donne in stato interessante di viaggiare in Sud America. Sempre sperando che chi ha frequenti rapporti con quel continente non contragga il virus e lo porti anche in Europa.
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