“Trafelate, ossessive, piene di tic e con l’ansia da prestazione. Ma, in fin dei conti, tremendamente simpatiche e con una straordinaria capacità di sfangarsela”. La vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elisabetta Gualmini, autrice del libri “Le mamme ce la fanno” (Modadori), ha raccontato così le sue simili ieri alla Biblioteca Classense di Ravenna nell’ambito della rassegna “Il tempo ritrovato”. Facendo in più occasione ridere il pubblico tra gli esilaranti aneddoti sulle “assatanate del Bimby” e sui genitori vittime delle recite natalizie dei figli, sulle impeccabili “Barbiemamme” che la mattina si presentano a scuola truccate e pettinate di tutto punto quasi fossero state plastificate e su chi considera i propri bambini da dieci e lode, salvo qualche amica che parte dal presupposto che i suoi, di figli, siano dei perfetti deficienti.
“Ho voluto descrivere quanto, oggi, le mamme e in generale i genitori siano ingombranti e pasticcioni – ha detto l’autrice – e riversino spesso sui figli la frustrazione per i loro progetti non realizzati. Da qui l’ossessione per il rendimento scolastico, che porta molti a lanciarsi in riassunti, compiti e ricerche, se non a colorare al posto dei bambini disegni e mandala. Vedo figli depredati del loro spazio di libertà e solitudine, quasi fosse un problema lasciarli a gambe all’aria ad annoiarsi”.
E nella morsa tra famiglia e lavoro, le mamme finiscono molto spesso per non crescere mai, comportandosi da eterne adolescenti tra jeans strappati e faccine su WhatsApp: “Lo si vede nelle feste di compleanno, che diventano una sorta di missione per le famiglie, pronte a investire soldi e idee: ho visto file con liste di animatori di ogni specie, compreso il clown triste, e scene di ordinaria follia tra spettacoli pirotecnici e gonfiabili allestiti in casa. Purtroppo, se da queste feste potevo uscire inorridita quando non avevo figli, oggi mi tocca sorbirmi tutte le degenerazioni e cercare di arginare il peggio quando a compiere gli anni sono i miei bambini”.
Lo sguardo impietoso e ironico della Gualmini, però, non risparmia nemmeno se stessa: “Credo che anche Spiga di Grano e Spiderjack, i miei figli di 13 e 8 anni, mi vedano con disincanto e cinismo. Sanno benissimo che dovrei darmi una calmata e rilassarmi. E sono bravissimi a capire come colpire i miei punti deboli”. Tra cui la totale incapacità di cucinare: “Di vedersi rifilare sempre gli stessi piatti per cena, oltretutto mai preparati da me, ormai non ne possono più”. Ma anche in questo caso, “sdrammatizzare aiuta”. Perché in fondo, dopo la nascita dei figli, “é impensabile pretendere di continuare ad avere la vita di prima”. Ed eccole lì, le mamme, acrobate senza il vizio (o meglio, la virtù) di delegare.
Il libro di Elisabetta Gualmini continua virtualmente sul blog del Corriere della Sera “La 27esima ora”
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