Via libera all’omicidio stradale: mai più casi come Gionatan

gionatanUn voto storico. Dopo anni di incertezze e una lunga scia di sangue innocente, i politici sembrano essersi convinti: la Camera ha finalmente approvato il decreto legge sul nuovo reato di omicidio stradale e lesioni personali stradali. Ora la palla passa al Senato ma il grosso del lavoro pare fatto.

L’omicidio stradale, dunque, diventa un reato autonomo con pena da 2 a 7 anni nell’ipotesi base, quando cioè la morte sia stata causata violando il codice della strada. Chi invece ammazza una persona guidando in stato di ebbrezza grave, con un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi per litro, o sotto effetto di droghe rischia da 8 a 12 anni di carcere. In questi casi c’è anche l’obbligo di arresto in flagranza di reato, originariamente previsto per tutte le ipotesi. Poi qualcuno l’ha giudicata una misura eccessiva (scontentando non poco gli enti promotori della legge) e si è giunti al compromesso. In caso di condanna o patteggiamento per omicidio o lesioni stradali inoltre la patente viene automaticamente revocata e si potrà riavere come minimo dopo 15 (per l’omicidio) o 5 anni (lesioni). Se il conducente fugge dopo l’incidente scatta l’aumento di pena da un terzo a due terzi; la pena non potrà comunque essere inferiore a 5 anni per l’omicidio e a 3 anni per le lesioni.

Una legge opportuna più che dura, dato che l’Italia con 3.385  morti l’anno, quasi 10 al giorno, è ancora in assoluto il Paese d’Europa col maggior numero di vittime sulle strade. Un Paese di indisciplinati alla guida al quale servono misure punitive importanti, dato che le campagne preventive e informative da sole, evidentemente, non sono bastate.

Con queste nuove norme anche la famiglia del piccolo Gionatan Lasorsa, il bambino di tre anni investito e ucciso a giugno 2014 a Ravenna sotto gli occhi dei genitori, avrebbe avuto un po’ più di giustizia. Infatti il pirata della strada, il bulgaro Krasimir Dimitrov, se l’è cavata con una pena di 2 anni, 9 mesi e 10 giorni. Aveva colpito il piccolo trascinandolo per decine di metri con l’auto e poi era fuggito. Il giudice disse che lo straniero aveva provato “totale disprezzo” per il bambino e fu appurato che subito dopo l’incidente si era appartato con una prostituta. La madre di Gionatan, Fabiola Solito, che come ennesima beffa non ha ancora visto un centesimo di risarcimento perché l’assicurazione del bulgaro non ne ha, nei mesi scorsi era scesa in piazza per battersi per l’approvazione del reato di omicidio stradale e chiedere per le famiglie delle future vittime almeno quel po’ di giustizia che a lei è stata negata.

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