Pertosse, vaccini obbligatori e facoltativi: il medico ci aiuta a fare chiarezza

Il caso della bimba di 28 giorni morta per pertosse al Sant’Orsola di Bologna ha alzato il tono delle polemiche e dello scontro in materia di vaccini. L’assessore alla Sanità della Regione Emilia-Romagna Sergio Venturi – lo scrive La Repubblica – ha proposto addirittura che vengano segnalati alla Procura i genitori che fanno obiezione di coscienza. Cosa che, tra l’altro, in regione si faceva anni fa ma solo per i vaccini obbligatori. La pertosse, al contrario, rientra tra i “raccomandati”. La motivazione tirata in ballo da Venturi è che di fronte a un calo della copertura vaccinale, i soggetti più deboli (bambini molto piccoli o soggetti immunodepressi) contraggano malattie considerate quasi scomparse e che, quindi, le scelte individuali ricadano sulla comunità.

PERTOSSE: LA CLASSIFICA DELL’IMMUNITÀ
L’ultimo rapporto regionale sui vaccini, pubblicato alla fine dello scorso anno sui dati 2013, registra una copertura della pertosse del 95,8% a 24 mesi di età. Il dato nazionale è invece del 95,4%. In Emilia-Romagna il distretto più coperto è quello di Parma. Seguono, nell’ordine, Ferrara, Imola, Bologna, Piacenza, Ravenna, Modena, Reggio Emilia e Cesena. Il fanalino di coda è Rimini.

IL PEDIATRA: “GENITORI LIBERI DI SCEGLIERE”
Anche Roberto Valicelli, uno dei pediatri più “gettonati” di Forlì, tira in ballo il discorso dell’immunità di gregge, ovvero dell’importanza di una copertura vaccinale alta a difesa di tutti. Ma a suo parere non si può tornare indietro nel tempo, ripristinando l’usanza – terminata nel novembre 2013 – di mettere in mezzo i tribunali: “Personalmente sono a favore della libertà di scelta dei genitori. Bisogna fare campagne informative corrette, non certo imporre un piano nazionale di vaccinazioni obbligatorie per tutti”.

vaccino bambiniTRE DOSI NEL PRIMO ANNO. DOPO LE ELEMENTARI CALA LA COPERTURA
Ma come funzione, esattamente, il vaccino contro la pertosse? “Si tratta di un vaccino facoltativo – spiega Valicelli – che viene somministrato in tre dosi nel primo anno di vita: a due, quattro e dieci mesi. Viene proposto in un vaccino esavalente unico che comprende quelli obbligatori contro tetano, difterite, polio, epatite B e quello facoltativo contro l’emofilo influenza di tipo b”. Ma l’immunità non dura tutta la vita: “A cinque anni c’è un richiamo che serve a proteggere il bambino fino alla fine della scuola elementare. La proposta è che venga introdotto un richiamo anche all’età di 15 anni, per favorire la copertura della fascia adolescenziale”. Altrimenti, da grandi, di pertosse ci si può ammalare ancora: “Chiaramente la memoria rimane ma l’immunità progressivamente svanisce. Fatto sta che la pertosse è pericolosa nei primissimi mesi di vita, dopo non più”. Molto probabile, aggiunge Valicelli, è il fatto che chi non ha vaccinato i propri figli contro la pertosse non lo abbia fatto nemmeno contro le altre malattie dell’esavalente. “In ogni caso non è sempre così. Un genitore può acconsentire ai quattro obbligatori e rifiutare gli altri due”.

COMILVA: “VACCINO NON SEMPRE EFFICACE”
Claudio Simion
, presidente nazionale del Comilva, parla invece dei molti adulti o bambini grandicelli che, di pertosse, si ammalano anche se vaccinati: “Non è certo che il vaccino protegga davvero dalla pertosse. Studi importanti hanno di recente dimostrato che il batterio si è modificato nel tempo e non risponde più alla vaccinazione”. Ma l’invito di Simion è soprattutto quello di abbandonare allarmismi: “Il caso di Bologna è particolare e come tale va studiato e analizzato bene, soprattutto perché non siamo davanti a un’epidemia. Troppo comodo dare la colpa al calo delle vaccinazioni. Senza contare che la proposta dell’assessore Venturi non ha senso: la sanzione amministrativa e la segnalazione alla Procura per i vaccini non obbligatori non è mai esistita. Nemmeno in quelle regioni che ancora le prevedono per quelli obbligatori”.

 

In questo articolo ci sono 0 commenti

Commenta

g