
Roberta Zangoli ha dovuto chiedere al Comune di Ferrara, dove vive, il certificato di diniego per potersi sposare con Chiara a Barcellona. E solo in Spagna si è sentita davvero accolta. Per la legge Roberta, mamma di due gemelle di dieci anni, è ragazza madre. Anche se le bambine le ha desiderate, cercate e avute all’interno della relazione con sua moglie: “Ma in Italia le nostre figlie sono di serie B. Chiara non conta, non esiste. E se le succedesse qualcosa o ci separassimo, apriti cielo. In assenza di una legge che ci tutela, sarebbero i tribunali a dover decidere. Sulla base del nulla”.
Quello di Roberta è solo uno dei tanti racconti che ieri, durante il convegno organizzato alla Classense dal gruppo “Over the Rainbow Lugo”, seguito dalla manifestazione in piazza del Popolo, si sono alternati sul tema dell’omogenitorialità e delle unioni civili. Al tavolo c’era anche Marta Rondoni, che ha un bambino di quasi quattro anni, Gianmaria, con la compagna Teresa: “La nostra è una vita come quella degli altri. Nostro figlio ha due mamme e per lui è la normalità. Non ci sentiamo discriminate, viviamo tutto con estrema tranquillità e naturalezza. Gianmaria, però, è molto piccolo. Solo il tempo ci dirà se l’accettazione sociale che ora avvertiamo intorno a noi è davvero tale”.
Diversa la storia di Gloria Baietti, mamma di una bambina di sette anni avuta con il suo ex compagno ma ora fidanzata con Giulia Fabbroni, con cui forma una famiglia al femminile: “Non ho mai nascosto niente a nessuno – ha detto Giulia – perché non ho mai pensato ci fosse la necessità di farlo. La mia compagna è entrata piano piano nella mia vita e mia figlia, con gradualità, l’ha accettata. Conta l’amore, non la forma. La mia bimba continua a frequentare il suo papà ma quando torna da me, sa che c’è anche Giulia. Che possiamo amarci anche se ci impediscono di sposarci”.
Anche Barbara Domenichini, sposata con Carla Baroncelli in Portogallo, ha portato la sua testimonianza: “I figli, nel nostro caso, purtroppo non sono arrivati. Ma ci sentiamo lo stesso una famiglia. Dopo il ‘matrimonio simbolico’ che abbiamo organizzato in Comune a Ravenna abbiamo deciso di fuggire all’estero a legalizzare la nostra unione perché, passata l’euforia del momento, non ci sentivamo per nulla soddisfatte: il nostro, in fin dei conti, era stato un matrimonio finto. E ne abbiamo avuto l’ennesima riprova quando, al ritorno dal Portogallo, il sindaco di Ravenna, come tra l’altro ci aveva già annunciato, non ha detto sì alla nostra richiesta di trascrizione”. Carla e Barbara hanno così avviato una raccolta firme per la trascrizione che ieri è continuata anche in piazza del Popolo.

Lì, infatti, mentre una settantina di Sentinelle in Piedi manifestavano sotto San Francesco, si sono riversate circa trecento persone tra giovani e famiglie, armati di palloncini, biscotti e cartelli colorati. Supportate anche dal gruppo delle “Tagliatelle in piedi” arrivate con scolapasta e piatti di pasta al sugo. Per dire che “anche questo è amore”, “anche noi siamo famiglie”, “non siamo una minaccia per nessuno, tantomeno per i vostri bambini”. In prima linea Francesco Tessadri e Diego Corazza, la giovane coppia omosessuale che ha organizzato l’intera giornata. E che non si è lasciata scoraggiare quando un gruppetto di Forza Nuova ha fatto irruzione in piazza, rendendo necessario l’intervento delle forze dell’ordine e l’uso dei fumogeni. Il sindaco Fabrizio Matteucci, sul proprio profilo Facebook, ha bollato il raid come “una cosa inaccettabile”, scrivendo come abbia chiesto al prefetto di valutare eventuali azioni legali. In piazza, a liberare l’esercito di palloncini colorati in cielo, c’erano del resto anche gli assessori comunali Valentina Morigi, Enrico Liverani e Martina Monti.
E non poteva mancare Annalisa, la mamma di Diego Corazza che poco prima, al termine del convegno, ha letto al foltissimo pubblico la lettera scritta di recente al figlio. Una sorta di coming-out materno dove racconta il suo percorso: dalla paura e frustrazione di sapere che Diego è omosessuale alla piena accettazione e accoglienza. Una lettera che ha commosso decine di persone.
Qui sotto il video girato dal presidente dell’Acigay “Alan Turing” di Rimini Marco Tonti.
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