Calo delle domande, ritiri e rinunce. Il problema è nazionale. Ma per Laura Branca, presidente dell’associazione BolognaNidi, la spiegazione non sta nella scarsa flessibilità degli orari. O almeno, non sta tutta lì. Il dibattito che si è aperto sulla possibilità di aprire i servizi educativi nel week-end o dopo cena, insomma, lascia il tempo che trova di fronte a una questione ben più centrale: l’aumento costante delle rette. Ecco perché BolognaNidi ha organizzato per il 26 settembre (sala Marco Biagi, via Santo Stefano 119) l’incontro “Nidi di notte?” durante il quale, oltre ad aprire i microfoni per lasciare spazio alle idee, lancerà una controproposta: aprire uno spazio gratuito 0-6 anni autogestito da genitori e professionisti che vada a colmare le ore del “dopo-scuola”, quando la maggior parte dei servizi chiude.
Laura, un sogno in grande. Come lo si potrebbe realizzare?
“Trovando un’effettiva disponibilità da parte della politica, degli sponsor, delle famiglie, degli educatori ma anche dei medici. Vorremmo che fosse non solo uno spazio dove parcheggiare i figli quando escono dal nido o da scuola ma anche un luogo di confronto sull’educazione: potrebbero prendervi parte, per esempio, neuropsichiatri dell’Asl. Noto spesso come i genitori fatichino a trovare il modo per fare domande e trovare risposte rispetto alla crescita dei figli”.
Per quanti bambini avete immaginato questo spazio?
“Non ci siamo ancora posti il problema, anche perché se il progetto piace, può essere lanciato all’interno degli stessi nidi e delle stesse scuole dell’infanzia, dopo la chiusura. Tutto è possibile, l’importante è capire se ce n’è bisogno ed evitare che si ricorra al volontariato o al fai da te: con i bambini piccoli ci vogliono professionisti, di questo sono certa”.
Si parla spesso di costi, razionalizzazione, numeri. E la qualità?
“La qualità è un tema sul quale ci stiamo molto interrogando. Stiamo ultimando il nostro report nazionale sui nidi e di fronte a un calo delle iscrizioni generalizzato, stiamo avanzando delle ipotesi che ce lo spieghino. Che le rette siano aumentate ce l’ha detto anche lo studio di Cittadinanzattiva, non è un mistero. Ma ci stiamo chiedendo se non ci sia anche un problema di qualità che si sta abbassando: spesso educatori e insegnanti sono coinvolti in questioni sindacali, senza contare che le amministrazioni affidano sempre più spesso ai privati la gestione dei servizi, non sempre con controlli puntuali sul funzionamento”.
La vicepresidente della Regione Elisabetta Gualmini ha più volte sostenuto, in questi mesi, l’esigenza di nidi che vadano maggiormente incontro alle esigenze lavorative e di conciliazione dei genitori. Voi dite di no?
“Non diciamo no a priori ma non crediamo sia la soluzione per invertire il calo delle domande ed evitare casi come quelli di Parma, che sono emblematici del periodo. In Emilia-Romagna ci sono già parecchi servizi aperti oltre le cinque di pomeriggio e che funzionano anche d’estate. Secondo noi è più attuale e utile concentrarsi sulle rette e sulla qualità”.
Qui il sito di BoNidi
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