Cucine popolari, la nuova mensa per i poveri di Bologna. “A tavola tante mamme con bambini”

Il matrimonio di Roberto Morgantini ed Elvira Segreto
Il matrimonio di Roberto Morgantini ed Elvira Segreto

Quando il 27 giugno, dopo 38 anni di fidanzamento, ha sposato la compagna Elvira Segreto, chiedendo ad amici e ospiti di evitare regali di matrimonio e di contribuire al progetto delle cucine popolari, il vicepresidente di Piazza Grande (l’associazione dei senza fissa dimora attiva dal 1993) Roberto Morgantini non si aspettava un riscontro così forte: è stata infatti di oltre 20mila euro la cifra raccolta, con donazioni dai 5 ai 5mila euro l’una, che hanno superato i confini di Bologna. I soldi racimolati serviranno a coprire le spese del primo anno delle cucine, la cui inaugurazione è in programma il 21 luglio in via del Battiferro, all’interno del circolo “I cento passi”. La cosa nuova è che a tavola sederanno anche diverse mamme sia italiane che straniere con bimbi piccoli, intorno ai 4-5 anni, segnalate dal Comune, dagli assistenti sociali e dalla parrocchia di San Cristoforo.
Roberto, si tratta dei cosiddetti “nuovi poveri”?
“Sì, spesso famiglie numerose dove è venuto a mancare il lavoro, che hanno subito sfratti. La povertà oggi è molto più ‘normale’, non ha più a che vedere solo con il problema dei senza fissa dimora”.
Come funzioneranno le cucine?
“Il martedì, mercoledì e giovedì daremo un pasto, per pranzo, a sessanta persone. Cuochi e camerieri sono volontari, alcuni generi alimentari riusciamo ad averli gratis: siamo in trattativa con Coop Adriatica per avere i loro prodotti nei mesi di luglio e agosto. Tutto il resto, ovviamente, va pagato: l’affitto, le utenze, i viveri che mancano”.
Il suo è stato un matrimonio molto partecipato: aveva messo in conto così tante donazioni?
“Io lo definisco un matrimonio ‘luminoso’. Solo a mangiare c’erano circa seicento persone. Bologna ha risposto alla grande alla mia proposta, adottata anche da artisti come Stefano Benni, Alessandro Bergonzoni, Gianni Morandi. Non pensavo a una risposta così grande”.
Gli enti locali, da soli, non riescono a fronteggiare il problema della povertà. Voi che idea vi siete fatti?
“Le istituzioni posso dare un sopporto, per esempio con sussidi di qualche centinaia di euro a chi ha molti figli. Non di più. Il punto è che il fenomeno è molto più grande: noi, per esempio, eravamo partiti con l’idea di rivolgerci ai senza fissa dimora ma mettendoci dentro il naso, ci siamo presto resi conto che sarebbe stato troppo limitato. Oggi ci sono situazioni pesantissime in famiglie che fino a qualche anno fa avevano una vita dignitosa”.
Un piatto caldo. E poi?
“E poi molto di più, almeno speriamo. Ogni tavolo accoglierà circa sette persone. Con loro ci sarà un facilitatore che inizierà, durante il pasto, a chiacchierare. Per conoscere meglio chi sta mangiando, capire come sta, se sta cercando un lavoro, se conosce i servizi per farlo, qual è la sua storia, quali sono i suoi principali bisogni. C’è tanta solitudine in giro. E a volte è quasi peggio della povertà materiale”.

Per contribuire al progetto l’Iban è IT39 C070 7202 4080 3100 0182 464 (intestazione: “Associazione Civibo”)

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